C’era una volta l’Egitto: il faraone fanciullo Tutankhamon – Il crepuscolo della XVIII Dinastia – Quarta parte

Vediamo ora il corpo del faraone ragazzo che si trovava nel sarcofago d’oro più interno, le sue condizioni non erano delle migliori a testimoniare un’imbalsamazione poco accurata.
Il corpo era praticamente incollato al sarcofago a causa della solidificazione degli unguenti e delle resine versati, aderiva saldamente alla cassa. Ovviamente l’intenzione era quella di estrarlo per essere più comodi a sbendarlo ma nel fare questo Carter ed il prof. Douglas Erith Derry fecero solo dei disastri. Dapprima il sarcofago fu esposto al calore del sole, non ottenendo risultati si provò con forti lampade per poi arrivare a scaldare direttamente il sarcofago col fuoco, poco mancò che il calore sciogliesse l’oro. Carter si avvalse quindi di coltelli arroventati con l’esito che estrasse sì il corpo ma sezionandolo a pezzi. Ovviamente l’egittologo evitò di citare queste operazioni nella sua pubblicazione.
Come prima operazione si cercò di stimare l’altezza, la mummia misurava 163 cm, per cui si stimò che fosse alto circa 167 cm., esattamente l’altezza delle due statue di colore nero che si trovavano ai fianchi della porta della camera funeraria.
In quanto all’età, sulla base della struttura ossea ed alla mancata fusione delle epifisi delle ossa lunghe, venne stabilito che il re doveva avere intorno ai 17-19 anni all’atto della morte.
Le radiografie cui venne sottoposta la mummia da Harrison nel 1968 scartarono l’ipotesi, fino ad allora suggerita, che Tutankhamon fosse morto di tubercolosi, da queste emerse pure che all’interno della scatola cranica era presente un frammento osseo, cosa dovuta forse alla scarsa attenzione degli imbalsamatori durante l’estrazione del cervello. Si riscontrò inoltre una evidente frattura al femore della gamba sinistra, anche quì non fu possibile stabilire se la frattura esisteva già all’atto della morte o se era dovuta agli imbalsamatori se non addirittura allo stesso Carter.
A quanto pare non era possibile stabilire le ragioni della morte del sovrano finché nel 1998 il noto egittologo Bob Brier suggerì che a suo parere il re doveva essere morto di una morte violenta.
Brier notò che il cranio presentava una grave lesione alla base, nella zona occipitale rilevabile da un ispessimento dell’osso, il classico callo osseo o ematoma subdurale cronico, dovuto a una frattura. Secondo Brier questo non sarebbe dovuto ad un incidente ma piuttosto ad un atto violento volontariamente inferto. Omicidio? Questo non è possibile stabilirlo dalla semplice analisi dei raggi X per cui non si può né confermare né smentire queste congetture. Nel 2005 la mummia fu sottoposta ad una TAC il cui esito venne esaminato da esperti egiziani, italiani e svizzeri e diffuso dal Supremo Consiglio delle Antichità egiziano. Si leggeva che la TAC non aveva evidenziato alcuna prova fisica di omicidio ed escludeva che la causa della morte potesse derivare da una lesione del cranio o da un trauma toracico, Qualcuno avanzò l’ipotesi che la causa avrebbe potuto essere un’infezione mortale dovuta alla rottura del femore, ipotesi però contraddetta da altri esperti. Le cause della morte del faraone fanciullo forse rimarranno sepolte con la sua mummia. Poiché ritengo che Howard Carter sia una figura ormai indissolubile da Tutankhamon vorrei parlare delle vicende che seguirono la scoperta e che qualcuno chiama la “Cospirazione di Tutankhamon”.
Pare ormai assodato che Carter e lord Carnarvon entrarono di nascosto nella tomba ben prima dell’apertura ufficiale e, secondo alcuni asportarono oggetti all’insaputa delle autorità e tra di questi pare ci fossero alcuni rotoli di papiro. Sorse poi una disputa tra Carter e lord Carnarvon da una parte ed il Ministero delle Antichità egizie dall’altra circa la già citata esclusiva della diffusione delle notizie sui lavori che si effettuavano nella tomba, concessa da Carter e Carnarvon al Times, accresciuta poi dal fatto che il Ministero egiziano decise che non ci sarebbe più stata la spartizione degli oggetti della tomba come era uso che avvenisse.
La disputa originò una causa legale che portò il Ministero egiziano a minacciare di dichiarare decaduta la concessione di scavo a Carter. La vicenda che si protrasse per un certo tempo è complicata e lunga per cui cercherò di condensarla in poche parole (per approfondire leggere il libro di Andrew Collins e Chris Ogilvie-Herald, “La cospirazione di Tutankhamen”).
Indispettito ed irritato pare che Carter abbia minacciato che se non gli veniva rinnovata la concessione avrebbe reso pubblico il contenuto di alcuni papiri trovati nella tomba di Tutankhamon i quali conterrebbero notizie esplosive circa l’Esodo degli ebrei dall’Egitto. Ci si trovava in un periodo molto delicato per la diplomazia inglese che stava cercando di permettere la costituzione di uno stato israeliano in Palestina.
Gli Israeliani rivendicavano quella terra che sarebbe stata conquistata da Giosuè dopo l’Esodo. Se fossero emerse notizie che provassero che Giosuè ed il suo esercito non avevano mai conquistato Canaan, questo avrebbe indebolito notevolmente il legame storico sionista con quel territorio. Non si poteva permettere che si insinuassero dubbi in proposito in quanto questo avrebbe indebolito il valore politico ed economico del futuro stato di Israele. Fantasia? Questo non ci è dato a sapere, quello che sappiamo è che, con l’assassinio del governatore generale britannico del Sudan, nonché comandante dell’esercito egiziano, avvenuto il 19 novembre 1924 al Cairo ad opera di terroristi che si ritenne vicini al nazionalista Zaghlul, che governava in Egitto, le autorità britanniche colsero l’occasione per destituire Zaghlul e il suo governo sostituendolo con un governo filobritannico guidato da Ahmad Pasha Ziwar che era anche conoscente di Carter. Dopo di ciò a Carter venne concessa nuovamente l’autorizzazione ad esplorare la tomba di Tutankhamon. Cosa in realtà contenevano e dove siano finiti i papiri nessuno lo sa, forse in un cassetto nello scantinato di un museo e più nessuno li troverà. Certamente Carter non li diffuse mai, lo avesse fatto non ci avrebbe guadagnato nulla ma avrebbe messo a repentaglio la sua onorata carriera.

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Fonti e bibliografia:
Franco Cimmino, “Tutankhamon. Un faraone adolescente al centro di una questione dinastica”, Rusconi, 2002
Andrew Collins e Chris Ogilvie-Herald, “La cospirazione di Tutankhamen”, Newton & Compton, 2003
Philipp Vandenberg, “Tutankhamon, il faraone dimenticato”, Sugar, 1992
Henri T. James, “Tutankhamon. Gli eterni splendori del faraone fanciullo”, White Star, 2000
Thomas Hoving, “Tutankhamon”, Milano, Mondadori, 1995
Bob Brier, “L’omicidio di Tutankhamon. Una storia vera”, Corbaccio, 1999
Haward Carter, “The Tomb of Tutankhamon”, Barrie & Jenkins, 1972
Christian Jacq, “L’affare Tutankhamon”, Milano, RCS, 2001
H.V.F. Winstone, “Alla scoperta della tomba di Tutankhamon”, Grandi tasc. econ. Newton, 1975)

Ferdinando Caputi

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