L’area tra via Buozzi e via De Negri ad Alessandria intitolata all’ex calciatore e tennista Cornara

Alessandria – Questa mattina, alla presenza del Vicesindaco di Alessandria, del Presidente del Consiglio Comunale e dell’Assessore alla Toponomastica, l’area adibita a parcheggio tra via Buozzi e via De Negri è stata intitolata a Giuseppe Cornara (Gamalero, 30 dicembre 1908 – Alessandria, 5 settembre 1996), eminente figura di calciatore e tennista italiano.
Alla cerimonia hanno partecipato i famigliari di Giuseppe Cornara, con i nipoti Robin e Patricia Wells e i loro figli, i tanti amici e ammiratori tra i quali Franco De Ambrogio, allievo di Giuseppe Cornara (e in seguito giocatore e insegnate di tennis). Erano presenti anche Stefano Toti, segretario generale, e Gigi Poggio, responsabile comunicazione, di U.S. Alessandria Calcio.
Durante la cerimonia sono stati letti anche messaggi di saluto e ricordo da parte di due ‘allievi’ di Giuseppe Cornara, ossia il calciatore Gianni Rivera e il tennista Corrado Barazzutti.
Alessandrino, Giuseppe Cornara esordisce in Serie A proprio nell’Alessandria, prima di giocare per due anni nel Taranto, durante il Servizio di Leva.
Vanta 62 presenze e 18 reti in Serie A con i Grigi, con il Casale e la Sampierdarenese, prima di chiudere la carriera – in Serie B – alla Pro Vercelli e infine nelle Serie minori.
Negli anni della maturità diventa talent-scout e fonda nel 1957 il Centro Addestramento Giovani Calciatori dell’Alessandria: tra le prime scuole-calcio italiane, foriero di grandi risultati e idea, a quel tempo, assolutamente innovativa per crescere “in casa” i futuri giocatori e legarli alla società anche prima dei 14 anni.
È stato lui, tra l’altro, a seguire la crescita di Gianni Rivera nelle giovanili del club piemontese.
Nel 1958 gli viene conferito il premio Seminatore d’Oro per il suo lavoro con i giovani e il suo nome entra nelle voci della Enciclopedia dello Sport.
Ricordato principalmente come calciatore, è stato anche un esperto tennista.
Ha allenato, tra gli altri, i tennisti Corrado Barazzutti e Roberto Lombardi.

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Messaggio di Gianni Rivera:
“Ho un bel ricordo di Cornara. Aveva grandi qualità tecniche e umane. Non si è mai vantato di avere avuto me e Barazzutti come allievi. Si, pure Barazzutti perché sapeva anche insegnare il tennis.
Al termine degli allenamenti al Moccagatta, si spostava dietro lo stadio dove c’erano i campi da tennis e dove lo aspettava Barazzutti.
È difficile incontrare ancora qualcuno con quelle qualità tecniche ed umane e sono felice che venga ricordato in questo giorno e a lui sia intitolato uno dei piazzali di Alessandria.
Speriamo che sia da esempio perché i giovani di oggi avrebbero molto bisogno di una persona come Lui”.

Messaggio di Corrado Barazzutti:
“Vi ringrazio per l’invito. Purtroppo non riesco ad organizzarmi in così poco tempo. Peccato! Avrei voluto esserci. Grazie ancora e vi mando un pensiero e un saluto!
Quel 19 dicembre del ‘76 uno dei miei sogni si realizzò. Ero in Cile e con i miei compagni vinsi la coppa Davis. L’unica vinta dall’Italia in questi circa 100 anni.
Giocai l’incontro di apertura contro Fillol, il n. 1 cileno. Vinsi e quello fu il match che spalancò le porte alla nostra vittoria. Mi sentivo l’uomo più felice del mondo e in quel momento tutti i miei pensieri andarono a un uomo.
È vero, c’erano state tante persone che durante la mia vita e la mia carriera mi avevano aiutato.
Quell’uomo fu per me il vero e unico punto di riferimento nella mia formazione tecnica tennistica ma, più di tutto, mi costruì caratterialmente.
Mi insegnò il valore della disciplina dell’amicizia, dell’onestà, del rispetto e di quanto fosse importante il lavoro per ottenere i risultati.
Era burbero, era severo. Probabilmente, sì… una volta mi cacciò dal campo tirandomi un paio di zoccoli. Probabilmente aveva tutte le ragioni del mondo.
Allora eravamo un gruppo di ragazzini scatenati che facevano impazzire tutto il tennis club Alessandria. Quando ci insegnava sul campo mi diceva: «Corrado, tu devi giocare sulle righe e non ti preoccupare di sbagliare. All’inizio magari le palle andranno fuori di poco. Ma tu continua a provarci e vedrai che alla fine ci riuscirai».
Cornara è stato un grande maestro di tennis e un grande educatore. E non c’è dubbio che, per quanto mi riguarda, su di me ha lasciato un segno che rimarrà per sempre. Vinto l’incontro con il Cile mandai un telegramma al mio maestro. Chissà se è stato conservato…
Mando un grande e affettuoso saluto agli amici, miei compagni e a tutta Alessandria: Città che mi ha adottato e nella quale sono cresciuto.
Da oggi avrò una ragione in più per ritornarci!”

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