La crisi di governo è aperta. Si sono dimesse Teresa Bellanova e Elena Bonetti

ROMA – Tanto tuonò che piovve. Nessuno avrebbe mai immaginato che Matteo Renzi facesse seriamente il kamikaze portando Italia Viva fuori dal governo e condannando il Premier Giuseppe Conte ad aprire ufficialmente la crisi di governo.

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Nessuno lo poteva immaginare anche perché la conferenza stampa delle 17:30 era stata rinviata alle 18, quasi per lasciare aperto l’ultimo spiraglio. Invece no. Il rottamatore è andato avanti deciso rottamando con la crisi di governo il Governo Conte ma anche se stesso.

Aprendo la conferenza stampa ha annunciato che Teresa Bellanova e Elena Bonetti, le due ministre di Italia Viva, ed Ivan Scalfarotto, sottosegretario, si sono dimessi. «La crisi è aperta da mesi, serve rispetto per le regole democratiche: abbiamo chiesto di risolvere problemi, non un reality show. Non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri. Non siamo irresponsabili. Se c’è una crisi la si affronta non su Facebook ma nei tavoli politici» ha detto l’ex premier.

Il video della conferenza stampa in cui è stata aperta la crisi di governo

«La democrazia ha delle forme e se le forme non vengono rispettate, allora qualcuno deve avere il coraggio anche per gli altri per dire che il Re è nudo – continua Renzi -. Quelli che ora ci fanno la morale erano per andare alle elezioni e consegnare il paese alla destra populista. Non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri. Questo significa che l’abitudine di governare con i decreti legge che si trasformano in altri decreti legge, l’utilizzo dei messaggi a reti unificate, la spettacolarizzazione della liberazione dei nostri connazionali, rappresentano per noi un vulnus alle regole del gioco. Chiediamo di rispettare le regole democratiche».

Renzi, però, oltre ad aver aperto la crisi di governo ha annunciato di votare per i ristori e per il MES. «È irresponsabile non prendere i soldi del MES per motivi ideologici – prosegue Matteo Renzi -. Comunque voteremo a favore dello scostamento di bilancio e il decreto ristori».

«La politica si fa in parlamento – attacca l’ex premier -, non su Facebook, Zoom o in televisione a reti unificate. Io non ho paura di perdere la faccia. Tocca a Conte trovare la soluzione».

«Non c’è un programma per governare di qui fino alla fine della legislatura – ha continuato Teresa Bellanova –. Un governo non si tiene in piedi con un DPCM su cosa si può fare al sabato. Un governo deve garantire un futuro. Si continua a parlare di crisi di governo. Ora diamo la possibilità a chi vuole costruire di farlo. Questo paese non si può permettere di avere opere individuate e non avere i commissari. Questo paese si può permettere di fare un Consiglio dei Ministri di notte per decidere quando aprono le scuole? Poi, tanto, ogni regione va per conto proprio. La sanità, per questa forza politica, deve essere uguale per il neonato e per il centenario. Ci vogliamo fare carico dell’impoverimento delle famiglie o continuiamo a creare cassa integrazione? Ai ristoranti o alle pizzerie che dici che ‘dopo le 18 non puoi fare più niente’ basta quello che abbiamo fatto? Farli chiudere alle 18 significa che non gli puoi dare i ristori al 100%. Noi saremo elementari ma vogliamo dire le cose come stanno e farle nel modo corretto. Vogliamo fare un lavoro da costruttori».

Ma se il Presidente del Consiglio congelasse le dimissioni? «Di fronte a un governo che non è in grado di dire dei “si” e dei “no” noi apriamo uno spazio in cui ciascuno si prende le proprie responsabilità, non tanto per una spartizione di poltrone – ha detto Elena Bonetti -. Io ho avuto l’onore di poter servire questo paese. Noi vogliamo restituire ai nostri figli un paese democratico come quello che ci era stato consegnato».

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«Conte, Renzi, Di Maio, Zingaretti. Litigio infinito, Italiani in ostaggio. Salute, lavoro, scuola, tasse. Tutto fermo. Quindi? Gennaio, voto in Portogallo. Febbraio, voto in Catalogna. Marzo, voto in Olanda, Israele e Bulgaria. Aprile, voto in Albania. Maggio, voto in Scozia, Galles e Cipro. Giugno, voto in Francia. Settembre, voto in Norvegia, Russia e Germania. Ottobre, voto in Repubblica Ceca. Il governo in Italia non c’è più? Che si fa? Elezioni, democrazia, libertà». È questo che si limita a dire Matteo Salvini al termine della conferenza stampa di Matteo Renzi che ha aperto la crisi di governo.

Di crisi di governo incomprensibile, invece, parla il capo politico del MoVimento 5 Stelle. «Mentre il Paese affronta con fatica, impegno e sacrificio la più grave crisi sanitaria, sociale ed economica della storia recente – scrive Vito Crimi , Renzi sceglie di ritirare la propria delegazione di ministri. Credo che nessuno abbia compreso le ragioni di questa scelta. Ma ora è il momento della responsabilità, non dei personalismi».

Il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, invece, ha parlato di errore gravissimo. «Quello di Italia Viva – ha detto al TG1 – è un errore gravissimo, contro l’Italia. La crisi frena il processo di ricostruzione dell’Italia nel momento in cui il virus fa 500 morti in un giorno».

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