Dott. Pier Luigi Garavelli, infettivologo: “Lo sanno anche gli studenti di medicina”

Ospitiamo, come ormai piacevole consuetudine, alcune acute e provocatorie considerazioni del Dott. Pietro Luigi Garavelli, alessandrino,  primario di Malattie Infettive all’ospedale universitario “Maggiore della Carità” di Novara.

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Una virosi respiratoria ad importante trasmissibilità come Covid si può spegnere se attenua la sua contagiosità, cambiano le condizioni ambientali, clima di trasmissibilità, sono trovati un vaccino o una cura o la popolazione si immunizza spontaneamente efficacemente ed a lungo.
Altrimenti continua a persistere, diviene di fatto endemica, presentando periodicamente delle riaccensioni.
Se la popolazione viene segregata, cioè non esposta al virus, chiaramente questa non si infetta, fino a quando finita la segregazione viene nuovamente esposta e quindi contagiata e in parte si ammala e muore. Anche perché il virus è in serbatoi numericamente rilevanti come i portatori sani.
Ecco perché il lockdown a fini virologici non può funzionare.
Attenua solo l’ impatto del numero degli infetti nel breve periodo e quindi il possibile collasso del Sistema Sanitario, a prezzo però di un enorme danno economico, sociale e psichico.
Anche in precedenti e gravi pandemie, dal medioevo ai giorni nostri, quando le infezioni sono ben conosciute, il lockdown non è mai stato applicato.
Lo sanno gli Studenti di Medicina, non mi pare l’ OMS, certi Tecnici e Politici.
SOSTANZIALMENTE IL LOCKDOWN SERVE SOLO A MASCHERARE UNA SANITÀ CHE A FURIA DI TAGLI NON E’ PIÙ IN GRADO DI REGGERE.

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