La famiglia Ricci: mezzo secolo fra i gingilli

Ezio Ricci apre l’attività per il commercio dei giocattoli in via Cardinal Carlo Caselli.

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Il tempo è trascorso, è arrivata l’elettronica. Però un bel giocattolo ha il suo fascino!

È il primo settembre dell’anno 1974 quando Ezio Ricci decide d’aprire una singolare attività: quella d’offrire agli alessandrini, almeno ai più giovani, qualcosa per giocare, divertirsi, passare il tempo, istruirsi nell’intento d’accontentare, di divertire la fascia d’acquirenti della più tenera età.

L’esercizio ha mantenuto, per quanto possibile, le caratteristiche fondamentali; si osservano i serramenti in legno, opportunamente sagomati, dai contorni di raffinata eleganza, proprio com’era la moda a quel tempo.

I locali sono ricchi di scatole, tante scatole d’una infinità di colori proprio per sottolineare la vivacità dei più piccoli; l’entrata riserva quell’odore di cellulosa proveniente dal cartone, mescolato al profumo dell’inchiostro accompagnato dalle varie tonalità cromatiche, un motivo in più per rendere suggestivo l’ambiente al consumatore.

Il negozio, essendo posizionato sulla riva destra del Tanaro, non ha avuto sconti con l’alluvione del 1994, tuttavia in qualche tempo l’azienda s’è egregiamente risollevata, pronta per servire l’affezionata clientela, con la classe di sempre.

Giocare è fondamentale per le creature d’ogni età, figurarsi fra quelle con il numero minore d’anni; a tal proposito non sfugge il pensiero del poeta Giovanni Pascoli .. Nel gioco, serio, al pari d’un lavoro … come lo descrive nella poesia I due fanciulli.

I balocchi, nei tempi indietro, erano rudimentali, nel corso dei decenni hanno mosso i primi passi con le cariche a molla, per terminare con congegni azionati da batterie più o meno poderose, assumendo aspetti sempre più sofisticati; l’elettronica non disdegna d’essere entrata prepotentemente in questo mondo dei più piccoli, anche se un bel giocattolo mantiene, sempre, il suo suggestivo ruolo.

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Franco Montaldo

foto tratta da: veronasera.it