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“Iceberg, proprio davanti!”: il 14 aprile 1912 la tragedia del Titanic

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Due lunghe ore anzi quasi tre nel mezzo dell’Oceano Atlantico e il Titanic si inabissò il 14 aprile 1912 a poche miglia dalla destinazione. “Il più disastroso naufragio della storia” riportava la prima pagina de “Il Secolo”.
La sua fama iniziò molto prima della tragedia; i giornali ne parlavano in maniera eccellente e all’epoca era considerata la nave più sicura del mondo. In poco più di due anni, tempi record per l’epoca, il transatlantico fu varato. Non ci furono complete “prove in mare”, gli armatori avevano fretta di battere la concorrenza.
Secondo gli elenchi della compagnia navale britannica White Star Line, proprietaria della nave, a bordo c’erano 2223 passeggeri in totale provenienti da ogni parte del mondo. Trentasette erano gli italiani a bordo di cui 13 erano di origine piemontese.
Giuseppe Antonio Pietro Gatti era maitre nel ristorante A’ la carte della prima classe e a sua volte aveva fatto arruolare altri piemontesi. Della provincia di Cuneo erano il macellaio Candido Schiavino (Guarene), classe 1869, disperso e Battista Bernardi (Roccabruna) ventunenne di origini benestanti che si era avventurato in cerca di fortuna così da poter sposare la sua fidanzata; il suo cadavere fu recuperato nel maggio dello stesso anno.  Di Burolo vicino a Torino era Giuseppe Bertoldo Fioravante addetto alla dispensa e di San Germano, tra Pinerolo e Sestriere era Davide Beux (di lui non rimane neanche una fotografia). Dall’astigiano, precisamente da Canelli, veniva Vincenzo Pio Gilardino il “baffo nero” italiano inghiottito dal mare. Alfonso Perotti, cameriere ventunenne di Borgomanero (Novara), probabilmente quella notte lasciò il suo posto ad una donna su una delle scarse scialuppe. Non ce la fecero neanche tre suoi colleghi quasi coetanei di Cavagnolo (Verbania) Angelo Rotta, Giovanni Saccaggi e Giacomo Sesia. Il “glassman” Giovanni Salussiola (Alice Castello, Vercelli) era l’addetto ai bicchieri.
Il cielo era pieno di stelle quella notte “sembrava volessero staccarsi dal cielo” disse Jack Thayer uno dei sopravvissuti. Il mare era calmo e il viaggio proseguiva normalmente. Nel ristorante della prima classe si brindava e la serata proseguì festosa.
Alle 23:40 un urlo dalla vedetta: “Iceberg, proprio davanti!”. Il tempo di avvistamento non fu sufficiente e in poco tempo il transatlantico si squarciò irrimediabilmente. Furono 2 ore e 40 minuti di panico e terrore tra i passeggeri fino a quando l’inaffondabile nave si inabissò per sempre nelle acque dell’Oceano Atlantico.
Ricordiamo anche la presenza di alcuni alessandrini a bordo: i fratelli Alberto (20 anni) e Sebastiano (18 anni) Peracchio assistenti camerieri nel ristorante A’ la carte. Quale modo migliore per fare un’importante esperienza che lavorare in uno dei migliori ristoranti alla moda. Il Corriere della sera, il giorno dopo la tragedia, scrisse che si erano salvati ma purtroppo la realtà non fu questa. Non fu mai identificato il corpo di Rinaldo Ricaldone (21 anni) di Alessandria, in cerca di fortuna aveva indossato il grembiule da assistente cameriere.
La tragedia del Titanic contò 1518 morti e la loro memoria alimentò notizie, libri, film e documentari per poco più di 110 anni.
“Tutto avveniva in termini così formali che era difficile rendersi conto della situazione… Gli uomini dopo aver fatto accomodare una signora sulla lancia, dicevano “dopo di lei” e facevano un passo indietro.”

Giulia Gallina

Categories: La nostra storia
Redazione Alessandria24.com:
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