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E se fosse davvero il caso letterario dell’anno? Gian Marco Griffi e le sue Ferrovie del Messico vincono il Concorso Nazionale di Narrativa “Augusto Monti”.

E va bene, lo ammetto: per quanto Gian Marco Griffi mi sia immediatamente risultato simpatico sia come persona, quando l’ho conosciuto ad Asti, lo scorso giugno, appunto alla presentazione, in quel bellissimo posto chiamato “Fuoriluogo”, del suo “Ferrovie del Messico”, sia come scrittore, di cui avevo letto un paio di splendidi racconti, ero molto scettico in merito alle reali possibilità di successo e diffusione di un romanzo davvero smisurato (800 pagine, suppergiù) e anche molto complesso dal punto di vista letterario.  Per questo intitolavo il mio articolo, appunto “Il coraggio di un romanzo immenso”. Chi fosse interessato, può trovare l’articolo completo a questo indirizzo: https://www.alessandria24.com/2022/06/20/il-coraggio-di-un-romanzo-immenso-le-ferrovie-del-messico-di-gian-marco-griffi/.

Ma, preciso: immenso non certo soltanto per il numero di pagine. Il lettore d’oggi è ormai avvezzo ai tomi giganteschi dei romanzi d’avventura, come quelli di Ken Follett, o dei Noir del Nord Europa e non solo. “Ferrovie del Messico” è invece un Romanzo-Mondo, dove Griffi ha avuto il coraggio di proporre infinite storie ed infinite vicende, un’immensa mole di riferimenti culturali ed intellettuali che attestano uno straordinario sapere letterario, e non solo. Ma io mi ero arrogato di sentenziare al Griffi, con una certa supponenza, la massima attribuita a Callimaco: “un grosso libro è un grosso guaio”.

E invece, mi sbagliavo, eccome. E mai, lo confesso, sono stato più contento di essermi sbagliato. Intanto nell’estate è iniziato il passaparola dei lettori. Chi leggeva Ferrovie del Messico, ne rimaneva colpito, incantato, e lo consigliava ad amiche ed amici. Poi, un giorno di fine giugno, ero alla guida, ascoltavo la trasmissione dei libri: Fahrenheit, su Radio 3, ed eccolo lì, il Gian Marco Griffi, che raccontava, per come si può raccontare, un testo così immenso e complicato, il suo Ferrovie del Messico (Laurana Editore). Magistralmente intervistato dalla conduttrice della trasmissione, ha tra l’altro citato alcuni suoi riferimenti letterari, come Gadda, Proust, Beckett, Borges, Bolaño. E Joyce no? Certo che sì.

E non solo l’intervista, che ha sicuramente fatto conoscere il libro a tantissimi lettori italiani, ma addirittura la nomina di Libro del mese (fra poco concorrerà al titolo di “Libro dell’anno”). Caspita! E non è finita qua! Perché leggo poche settimane fa, su Facebook, che “Ferrovie del Messico” di Gian Marco Griffi si è aggiudicato il prestigioso 39° Premio Città di Leonforte, sezione Narrativa. Caspita! E ancora non è finita, perché il libro ha anche vinto, pochi giorni fa, il primo posto “classifica di qualità sezione narrativa” della prestigiosa rivista letteraria online L’indiscreto, del mese di ottobre. Ed, infine, ecco l’ultimo importante premio letterario, che gli è stato conferito a Monastero Bormida proprio sabato scorso, e si è trattato del libro primo classificato alla VI edizione del Concorso Nazionale di Narrativa “Augusto Monti”, la cui cerimonia di premiazione era prestigiosamente presieduta dal Prof. Piercarlo Grimaldi.

Per chi non lo sapesse, questo del Monti è un premio dedicato ad opere edite, nelle sezioni saggistica e narrativa, che tocchino tematiche inerenti all’ambito piemontese e ligure. Si va, dunque, da titoli  di saggistica che raccontano di guerra e liberazione, ma anche saghe familiari, viaggi e scienza. E poi romanzi che toccano tematiche sociali che hanno lasciato un segno profondo, come nel caso del 2° classificato della sezione narrativa, il libro di Giorgio Bona “Da qui all’eternit“, edito da Scritturapura. Ma, infine, è poi risultato vincente Griffi, con un titolo che di piemontese pare avere ben poco, “Ferrovie del Messico“. Pare…ma in realtà il libro si immerge nella realtà territoriale di Asti e del Monferrato, dove gran parte dell’azione si svolge.

Purtroppo non ho potuto andarci di persona, a Monastero Bormida, che è luogo dalla bellezza fantastica e meravigliosa, a causa del malefico Covid, ma ho chiesto all’amica attrice Silvia Perosino, che non solo era lì, ma ha anche letto un paio di brani da Ferrovie del Messico, di darmi una mano nella stesura di questo articolo, raccontandomi quel che li è accaduto. Perché trovo giusto che questo libro, che è davvero diventato il caso letterario 2022, di un autore che è nato in Alessandria, vive ad Asti e lavora al golf club di Fubine, sia ampiamente conosciuto ed apprezzato. Silvia mi ha narrato che ogni nominato aveva una manciata di minuti per presentare il proprio lavoro. Ma a Gian Marco Griffi, essendo il primo classificato, hanno concesso un po’ di tempo in più: per cui c’è stata una breve presentazione, corredata con la lettura (di Silvia) dell’incipit, che è breve e nel contempo racconta bene lo stile, i registri narrativi che si potranno trovare all’interno e che invoglia alla prosecuzione della lettura. Lo riporto qui perché è davvero un brano azzeccatissimo e a suo modo perfetto: “Era un brutto periodo. Ennio aveva disertato, a Luigi Bocca avevano sparato per sbaglio al lobo di un orecchio, il maestro Pozzi aveva perso tre dita della mano destra e bestemmiava ogni volta che armeggiava per scrivere con la sinistra. Il re era scappato, i passeggeri svanivano sui treni, il barbiere Gianni era scappato pure lui, salito su qualche collina per far la guerra alla Repubblica, e nel quartiere avevano tutti la barba da fare. Anche Pietro aveva disertato, il Gran Cinema Vittoria era chiuso, il mio dentista Grandi era alle Nuove a Torino accusato di tradimento, e io mi tenevo il mal di denti da tre giorni”. Fantastico, no?

In chiusura Silvia ha anche recitato il brano di Giustina, tragico e commovente, che arriverete a leggere intorno alla settecentesima pagina del libro. Ma non crediate: ci arriverete molto soddisfatti di una lettura avvincente e trascinante, fatta di mille episodi e vicende che si intersecano con vera maestria. Spero davvero di avervi incuriositi e non poco, sul valore di questo libro, e invito tutti a venire ad ascoltare Gian Marco Griffi che ci parlerà del suo testo, ad Alessandria, il 29 Novembre. Ci sarà Silvia Perosino che leggerà da par suo qualche brano del libro, ed io che, cospargendomi il capo di cenere per farmi perdonare quel mio giudizio sbagliatissimo di giugno, introdurrò il tutto e mi consentirò il divertimento di alcune domande a Gian Marco.

 

Come ho scritto nel testo, ma che mi pare giusto ribadire, l’articolo è stato scritto in collaborazione con Silvia Perosino, socia e importante collaboratrice de “I Marchesi del Monferrato”, nonché persona dai molteplici talenti: grafica, attrice, scrittrice di splendidi articoli sul Monferrato e il Piemonte in generale. Sua è la bellissima mappa che abbiamo inserito nell’articolo.

Le foto della premiazione sono invece di Patrizia Morino, che ringrazio cordialmente.

 

Pier Carlo Guglielmero:
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