Diario di una serata – indimenticabile – di Poesia e convivialità – a Casal Cermelli – fra tre scrittori e un pubblico straordinariamente attento e partecipe.

Delle serate librarie a Casal Cermelli vi ho parlato molte volte. Sia di quelle invernali, nel salone della Biblioteca, sia di queste estive, alla Pagliarella, luogo davvero raccolto e pieno di echi antichi…a me ricorda la mia infanzia, quegli anni ’60 di locali all’aperto con chiosco e pista da ballo. Il tutto magistralmente organizzato da Insieme per leggere OdV – la cui Presidente è la mia carissima amica Mariangela Dotto – e anche Comune e Pro Loco. Giovedì sera è stata poi, per me, una serata davvero particolare, della quale vi parlo con un poco di imbarazzo, perchè io ero uno dei protagonisti, in una duplice veste: di presentatore (ed era un grande onore) del libro di poesie di Sandro Buoro, Le cose stanno così II, ma anche di autore, per il libro Testo a Fronte scritto insieme a Silvia Oppezzo. Per ovviare al mio imbarazzo, pubblico qui prima lo scritto introduttivo alla serata, da me postato ieri l’altro,sulla mia pagina Facebook, quindi, di seguito, il bellissimo lo scritto che Silvia Oppezzo ha postato oggi su Facebook, magistrale riassunto – molto poetico – di una serata indimenticabile.
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QUELLO STRANO DESIDERIO DI METTERSI IN GIOCO…PER PARLAR DI POESIA – di Pier Carlo
Fabrizio De André, in un’intervista, ebbe a dire: “Benedetto Croce diceva che fino a diciotto anni tutti scrivono poesie e che, da quest’età in poi, ci sono due categorie di persone che continuano a scrivere: i poeti e i cretini. Allora, io mi sono rifugiato prudentemente nella canzone che, in quanto forma d’arte mista, mi consente scappatoie non indifferenti, là dove manca l’esuberanza creativa.”
Beh, io ho iniziato a scrivere qualcosa che oggi faticherei moltissimo a definire “poesia” che avevo, in effetti, meno di 18 anni…conservo ancora una serie di quaderni usati allora per i miei strampalati versi (o versacci)…e poi ho continuato, in forma sotterranea, come un fiume carsico, a pensare e scrivere in poesia… anche se pure io mi sono rifugiato in “altro”: recensioni, articoli, racconti, un romanzo che proseguo da anni… e spero di terminare al più presto…
Poi ho conosciuto una poetessa: Silvia Oppezzo, dalla poetica sottile come l’aria di montagna e limpida come mare della Costa Smeralda… abbiamo iniziato, online, un gioco di botte (le mie poesie notturne e molto pessimistiche) e risposte (le sue poesie piene di ottimismo, luce e vitalità). Ne è venuto fuori quello che presenteremo stasera a Casal Cermelli, ovvero “Testo a Fronte”, fatto non solo di poesie, ma anche di scritti brevi e poi di un raccontino…dove a sinistra c’è un mio scritto e a destra uno suo, di Silvia…un gioco diventato un libretto agile ma davvero interessante, proprio per la radicale differenza del nostro “fare poesia”.
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Stasera poi il dialogo sarà triplo, perchè grazie alla disponibilità di Mariangela Dotto e Insieme Per Leggere 2.0, ci sarà con noi uno che di libri di poesie ne ha scritti molti, e bellissimi, Sandro Buoro, con il quale parlerò, appunto. del suo ultimo “Le Cose Stanno così II“… un grande poeta e un grande amico…e con questa bella gente sarà un fitto e bellissimo parlar di poesia e mettersi in gioco…e magari riderci un po’ addosso, che un poco di sana autoironia non guasta mai…
Il commento – in purissima prosa poetica – di Silvia Oppezzo
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Anche il vento tace questa sera.
Il caldo preme su di noi: resistiamo per restare qui.
Un frinire di ventagli e di cicale, mescolato agli arpeggi di chitarra, è la colonna sonora di questa sera.
Il tramonto s’intrufola, si intrappola tra i rami, tra le foglie di platano annerite dalla sera, fino a spegnersi del tutto.
Resta la luce rossa della mezzaluna.
Un neonato si rannicchia tra le braccia del padre.
Una bimba scorrazza a piedi nudi, i riccioli al vento, il sorriso ignaro.
Un gruppo di anziani gioca a carte al tavolo del chiosco, sorseggiando un caffè.
Una formica con le ali si arrampica in un piccolo volo verso una fonte di luce.
Occhi ci guardano, in attesa.
Occhi capaci di ascoltare, capaci di ridere e commuoversi, di incuriosirsi, di emozionarsi, di aprirsi al dialogo. Occhi attenti, partecipi.
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Una quarantina di persone circa, sedute sotto gli alberi: persone tra loro amiche e familiari, una comunità in cui io, trasfertista, fin da subito mi sento accolta.
La poesia crea ponti, punti, appunti, contrappunti.
La poesia è l’elemento che ci unisce.
Io, Pier Carlo Guglielmero (autore con me di “Testo a fronte”), Sandro Buoro: tre poeti diversi nella propria storia, nel proprio rapporto con la Vita, nel proprio modo di raccontare la vita attraverso la poesia.
Eppure così simili, nel modo di sentire la vita e trasformarla in poesia. La nostra tenzone è un gioco di luci e ombre, di ricordi, nostalgie, sogni: le tonalità più cupe e nostalgiche, più amare di Pier Carlo e di Sandro, le mie tonalità luminose.
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Ma è questo il bello: non separazione ma condivisione, tra noi e con il pubblico; non contrapposizione ma complementarietà; non competizione, non la ricerca della risposta più giusta, ma uno stimolare domande sulla Vita.