Le «Metafore sonore» di Gozzellino – e non solo – a Valenza, in un concerto memorabile

Vado sempre molto volentieri ai concerti che l‘A.M.I (Associazione Mozart Italia) propone all’auditorium San Rocco di Valenza, e non certo solamente perchè è piccolo, raccolto, dall’ottima acustica (tutte cose che vanno benissimo, ovviamente), ma anche perchè le loro proposte musicali sono sempre interessanti e stimolanti. Vi ho recentemente parlato di uno splendido concerto, eseguito lo scorso maggio, per due soprani e pianoforte, con musiche della Melodie française, e il valore aggiunto di un’ottima traduzione e lettura di tutti i testi (per chi volesse approfondire: https://www.alessandria24.com/2025/05/28/una-proposta-musicale-raffinata-e-meravigliosamente-diversa-il-lieder-trio-a-valenza/). Una proposta musicale raffinatissima e molto originale, che fa il paio con quella di cui vi parlo ora, di un paio di settimane fa, che si è suddivisa in due distinte parti: prima un recital pianistico della splendida Luigina Ganau, che è stato poi un excursus pianistico fra i secoli, dal grande François Couperin, vissuto a cavallo fra la fine del ‘600 e l’inizio del secolo successivo (beh, in fondo Luigina Ganau è una grande clavicembalista, no?), per arrivare a Ezio Bosso (che purtroppo ci ha lasciato troppo presto), musicista di uno splendido minimalismo del secondo 900. In un’atmosfera calda e crepuscolare, si è rivelato una volta di più il mistero delle musica, che sa unire luoghi e storie lontane nella magia, con la fruizione contemporanea, di vicende antiche e diverse. E così dopo Couperin la bellissima Fantasia in re minore k397 di Mozart, dove il grande salisburghese riesce, in una manciata di minuti, a donarci perle sonore fascinosissime, come il clima espressivo dell’Adagio, così intimamente cantabile nel suo recitativo patetico, seguito da un ritornello vivace e brillante, fatto di modulazioni morbide e delicate, per poi tornare alla frase dell’Adagio in la minore, nucleo centrale del pezzo, dove si respira un sentimento di malinconica poesia da Lied romantico. Si è passati quindi a luoghi più romantici: due notturni, uno di John Field, che del genere è degno precursore, e uno di Chopin, che del genere è la massima espressione di tutti i tempi. Due brani entrambi in minore, che hanno accentuato il clima raccolto, intimo e romantico del pomeriggio musicale. Ho molto apprezzato l’interprete, che ha saputo rendere morbide e dolci questa pagine, riuscendo anche a differenziare egregiamente fra loro i vari brani proposti.
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Tutto pianoforte con però una piacevolissima variazione: una brano – Ninna nanna – del grandissimo Henghel Gualdi, clarinettista Jazz dalla voce magnifica e sublime. La prima volta che l’ho ascoltato dal vivo io ero un ragazzo…che però già amava il Jazz delle grandi band americane, di Amstrong e Joe Venuti: puro swing. Ma lui e il suo gruppetto erano in un paesino qua vicino per suonare musica da ballo…insomma, il liscio. Bisogna pur sbarcare il lunario, no? Però ad un certo punto lui, Henghel, dice: Dai ballerini, prendetevi una pausa, facciamo un paio di brani nostri…e attaccano un classico di Benny Goodman: Sing, sing, sing. Io camminavo sulla pista da ballo e sono rimasto letteralmente folgorato: Falzano alla tromba (padre di un mio grandissimo amico), Kino Costa al contrabbasso e non so più chi alla batteria…fantastici!!! Da allora quando mi capitava di sapere che faceva un concerto in zona, correvo ad applaudirlo…e anche oggi mi capita spesso di ascoltare uno dei diversi dischi suoi che possiedo. Un brano, quindi, bellissimo, quella Ninna nanna, magistralmente proposta da Luigina con il bravissimo Gianni Robotti al clarinetto. Da brividi.
La seconda parte del concerto è stata un omaggio al maestro vercellese, che però vive a Casale, Federico Gozzellino. Un simpaticissimo e baldo novantenne, che si autodefinisce musicista postmoderno e di fatto compone una musica che si ispira al miglior primo ‘900, ignorando la dodecafonia e le avanguardie. Dopo un doveroso festeggiamento, da parte di Luigina Ganau, ma anche dell’assessore alla cultura del Comune di Valenza, Alessia Renza Zaio, e alcuni sui aneddoti, divertiti e sorridenti, abbiamo ascoltato alcuni suoi brani, tutti legati ad importanti poeti del ‘900, del calibro di Prevert, Lorca, Merini e Comelli…e scusate se è poco… Brani proposti prima con la voce narrante, morbida e appassionata, di Giusi Palumbo, poi con anche la partecipazione della splendida soprano alessandrina Michela Guassotti, interprete di liriche da camera di livello davvero notevole, che qui si è fatta valere davvero bene, e anche, certamente, del clarinetto di Gianni Robotti…con un bel bis finale tutti insieme, sempre da Gozzellino. Insomma, una proposta musicale davvero di altro livello, stimolante ed intrigante, che ha unito splendide musiche del passato ad alcune opere di un compositore vivente, un gioiello culturale di questo nostro Piemonte.
E domani ancora uno splendido concerto, una notevolissima proposta musicale, nello stesso posto, alle 18, con una coppia notevole: Massimo Coco al Violino e Giorgio Vercillo al Pianoforte, con un programma davvero intrigante, che va da Mozart e Beethoven, al 900 di Perosi e Padrini.
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