I Savoia perdono causa contro Bankitalia per i gioielli in deposito: “Sono gioie di dotazione della Corona e non beni personali”

Roma – Il Tribunale di Roma ha rigettato la domanda dei Savoia, che chiedevano l’accertamento del loro diritto di proprietà sui gioielli depositati presso la Banca d’Italia. I gioielli erano infatti «gioie di dotazione della Corona» e non beni personali.
Il Tribunale ha dichiarato anche manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale prospettata dagli attori e respingendo la richiesta di rimettere la questione alla Corte di Giustizia.
Secondo indicazioni di fonti aperte, nel cofanetto custodito in Banca d’Italia c’è solo una parte dei gioielli di casa Savoia per un valore stimato di 300 milioni di euro.
I Savoia chiesero la restituzione dei gioielli alla Banca d’Italia nel 2021 ma in seguito alla risposta negativa che arrivò nel dicembre di quell’anno (Governatore Ignazio Visco) l’anno dopo avviarono una causa promossa da Vittorio Emanuele di Savoia, Maria Beatrice di Savoia, Maria Pia di Savoia e Maria Gabriella contro la stessa Banca, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il ministero dell’Economia. I Savoia si facevano forza sul verbale di deposito ’gioie di dotazione della Corona del Regno d’Italia’ in quanto acquisti e regali dei membri di Casa Savoia ma il giudice della seconda sezione civile del Tribunale di Roma ha dato ragione alla Banca.
Nel cofanetto custodito in via Nazionale, secondo indicazioni di stampa, ci sarebbero 6.732 brillanti e 2.000 perle di varie dimensioni per un totale di quasi 2 mila carati. I gioielli di cui la Banca d’Italia è depositaria non sono mai stati esposti.
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