“Suor Angelica” di Puccini al Conservatorio “Vivaldi” il 10 e 11 settembre

Alessandria – Martedì 10 e mercoledì 11 settembre, alle 19:30, la corte di Palazzo Cuttica, sede del Conservatorio Vivaldi, si trasformerà nel chiostro di un convento femminile di clausura. Quello dove prenderanno vita i personaggi di “Suor Angelica”, uno dei capolavori dell’opera pucciniana.
La produzione vedrà sulla scena e fuori scena allieve e allievi del Conservatorio, sotto la guida dei propri docenti, in una collaborazione che è al tempo stesso percorso didattico e stimolo di crescita artistica, secondo la filosofia e la prassi che da moltissimi anni caratterizzano in “Vivaldi”.
La direzione scenica è affidata al regista Luca Valentino e quella musicale a Marcello Rota, direttore dell’Orchestra Sinfonica. Il Coro del Conservatorio “Vivaldi” è diretto da Luca Scaccabarozzi, il Coro di Voci Bianche da Roberto Berzero. Le protagoniste saranno tutte interpretate da allieve del Conservatorio, preparate musicalmente da Giovanni Battista Bergamo e dai rispettivi docenti di canto e di pratica del repertorio. I costumi e il trucco sono coordinati dall’Accademia Albertina di Torino sotto la guida delle docenti Arminda Falcione, Giovanna Fiorentini e Gigliola Vinci.
Suor Angelica – commenta il regista Luca Valentino – è l’opera scelta per celebrare il centenario della morte di Giacomo Puccini. Racconta un dramma ambientato in un convento di clausura. Una situazione che l’autore conosceva da vicino attraverso le vicende della sorella Iginia, madre superiora del monastero agostiniano di Vicopelago. L’aspetto sorprendente di questa opera è che, pur risalente al 1917, è ancora oggi rappresentativa di una drammatica realtà che riguarda la condizione femminile, ancora troppo spesso legata a un contesto sociale in cui alle donne non è dato di autodeterminare la propria vita. La storia di Angelica è infatti segregazione, sottomissione, violenza. Situazioni di cui le cronache del presente sono ancora pervase. Ognuna di queste donne, infatti, è Angelica”.
“Suor Angelica”, prodotta dal Conservatorio “Vivaldi”, rappresenta il primo evento del Progetto Internazionale Casta Diva, finanziato dall’Unione Europea –NextGenerationEU – con le risorse previste dal PNRR, in collaborazione con altri 11 istituzioni AFAM e con l’Università La Sapienza di Roma.
L’evento è gratuito fino ad esaurimento posti, ma è indispensabile la prenotazione da effettuarsi online su: https://www.conservatoriovivaldi.it/eventi/elenco/.
La messa in scena di Suor Angelica sarà il primo evento di Casta Diva, progetto della durata di due anni, finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU sulle risorse previste dal PNRR nell’ambito della Missione 4 (Istruzione e Ricerca) a sostegno delle iniziative volte a innovare la dimensione internazionale del sistema dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica.
L’obiettivo è promuovere il patrimonio culturale artistico e musicale italiano all’estero attraverso la creazione di un hub digitale multilingue che compili i risultati – di natura scientifica, ipertestuale e multimediale – delle attività collaborative di produzione artistica e di ricerca svolte dalle istituzioni partner sui temi specifici legati alle figure femminili nel teatro musicale italiano. Istituzione capofila del progetto è il Conservatorio “Antonio Vivaldi” di Alessandria, che ha costituito un partenariato che ricopre l’intera penisola: partecipano infatti al progetto i Conservatori “B. Maderna – G. Lettimi” di Cesena-Rimini, “Giuseppe Verdi” di Como, “Giacomo Puccini” di Gallarate, “Giacomo Puccini” di La Spezia, “Alessandro Scarlatti” di Palermo, “Franco Vittadini” di Pavia, “Giuseppe Nicolini” di Piacenza, “Giulio Briccialdi” di Terni, l’Accademia di Belle Arti di Napoli, l’Accademia di Belle Arti Albertina di Torino e l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma.
Sinossi dell’opera
Suor Angelica è una monaca di clausura che – a causa di un peccato di gioventù – è stata rinchiusa in un monastero in cui la vita ha molte similitudini con quella del carcere. Dove, nonostante l’isolamento, sopravvivono (e forse anche in forma più coercitiva) le stesse regole di discriminazione di classe presenti nel mondo esterno. Le converse, ad esempio, sono le giovani costrette alla monacazione

senza dote e quindi relegate ai lavori più umili a differenza delle monache provenienti dalle famiglie più facoltose.
Ma al di là da questo affresco per lo più crudele – solo a volte stemperato da tocchi di ironia e di tenerezza – la vicenda affronta anche una profonda riflessione teologica sul senso della Fede. Per alcuni personaggi la Fede è costrizione o espiazione -come dichiara la Zia principessa -, per altri è amore e dono di sé. È il caso di Genoveffa, che non a caso è l’unica a mostrare un atteggiamento pietoso
e solidale verso Suor Angelica: dietro l’apparente semplicità della suora che nella vita laica era una pastora, il suo desiderio di rivedere un agnellino diventa metafora dell’Agnus Dei, del Salvatore che redime i peccati del mondo.
Fra queste due visioni opposte si collocano tutte le altre suore, vittime più o meno consapevoli di ragioni storiche, culturali o familiari, e le cui vicende – a differenza di quella di Suor Angelica – restano rinchiuse nel silenzio e nell’omologazione a cui lo stesso abito monastico allude e costringe.

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