Cereali, l’analisi di Coldiretti: “Prezzi bassi e basse rese, il grano paga caro il maltempo e l’import straniero”

Alessandria – In ritardo di una decina di giorni la settimana prossima si finirà di trebbiare il grano in provincia di Alessandria. Un bilancio che deve fare i conti con troppa pioggia, grandine e vento.
In molte zone, dove il maltempo ha colpito in modo più pesante il raccolto non ci sarà, in altre aree sarà ben al di sotto delle aspettative: troppa acqua nei terreni che ha favorito marciumi e asfissie delle piante e in alcuni casi ha anche rallentato la crescita.
Resta l’incognita dei prezzi, sempre decisamente troppo bassi per coprire le spese, e resta la concorrenza con l’estero che sta creando danni ingenti al comparto. Per la provincia alessandrina, su suoi oltre 34 mila ettari di grano tenero, perdite stimate al 20% che arrivano sino all’80% dove gli sfasamenti climatici hanno colpito in modo più deciso.
“Una situazione resa ancora più complicata a causa delle importazioni di grano straniero che nei primi quattro mesi del 2024 hanno raggiunto il quantitativo di oltre 2,7 miliardi di chili, in aumento del 18% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. E’ importante tutelare le aziende agricole e i consumatori assicurando reciprocità delle regole e trasparenza in etichetta. In tale ottica Coldiretti Alessandria esprime soddisfazione per la proposta di dare vita a un piano di settore avanzata dal sottosegretario Patrizio La Pietra che ha accolto l’appello lanciato dalla nostra Organizzazione al tavolo di filiera sul grano che si è svolto a Roma nella sede del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste”.
L’invasione di prodotto straniero colpisce duramente la produzione Made in Italy, facendo crollare i prezzi di circa il 10% sia per il grano duro che per quello tenero, secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea.
Si tratta peraltro di cereali coltivati usando spesso sostanze vietate nel nostro Paese e nella Ue: nella produzione del grano duro turco viene utilizzato ad esempio il Carbendazim, un fungicida sospettato di avere effetti cancerogeni, mentre il Glifosato, essiccante vietato in Italia in pre raccolta, si trova sul grano canadese e su quello russo.
Una situazione intollerabile dinanzi alla quale occorre affermare il principio di reciprocità delle regole, vietando l’ingresso in Europa ai prodotti coltivati con sostanze vietate ma anche ottenuti dallo sfruttamento dei lavoratori. E serve anche garantire una etichettatura trasparente su tutti gli alimenti in commercio, a partire da pane, biscotti, cracker e altri derivati dai cereali, che oggi continuano ad essere “anonimi”.
“Si tratta di un passo fondamentale per la creazione di filiere 100% italiane dal campo alla tavola e a tale proposito sono sicuramente positive le misure assunte nel Dl Agricoltura sulle pratiche sleali per riequilibrare i rapporti e tutelare le aziende agricole, ma anche la disponibilità di 32 milioni di euro sui contratti di filiera del grano e l’impegno sulla tracciabilità con Granaio Italia. Necessario però fermare i continui sottocosto per la pasta 100% italiana, per dare più equa remunerazione alle aziende cerealicole – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco – ancor più alla luce di questi scenari, occorre ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito ad accordi di filiera come il progetto piemontese, insieme al Consorzio Agrario del Nord Ovest, di Gran Piemonte tramite il quale sono già stati seminati oltre 8 mila ettari di grano tenero. L’obiettivo deve essere quello di valorizzare al meglio le produzioni locali di grano, garantire una sempre più positiva remunerazione agli agricoltori e offrire completa tracciabilità e qualità ai consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti”.

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