Al Salone del Libro di Torino il Ministro non può presentare il suo libro

I Guardiani del Pensiero Unico (la nuova GHEPEU’) così hanno deciso

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Surreale quanto accaduto al salone del Libro di Torino, tempio della cultura democratica, liberale ed antifascista. Ieri era prevista, tra i tanti appuntamenti del Salone, la presentazione di un libro, “La famiglia radicale”, scritto dall’attuale Ministro Eugenia Roccella, sui temi della famiglia, della natalita’. Surreale che un tema del genere possa essere ritenuto cosiì divisivo da cagionare non solo il (legittimo) dissenso da parte di chi in queste materie ha visioni diverse, ma addirittura la contestazione violenta  e sopraffattrice di un gruppo di invasate pseudofemministe che, incapaci di confrontarsi in un dibattito civile con chi la pensa diversamente, hanno deciso che chi la pensa diversamente dal pensiero Unico Liberal e progressista, non puo’ esporre tale suo pensiero. E questo in uno dei templi della cultura, in uno di quei luoghi in cui il dialogo, il confronto, anche aspro, delle idee, dovrebbe essere la regola liturgica da osservare e praticare.

Ma ancor più surreale e’ stato il comportamento del direttore del Salone, lo scrittore Nicola La Gioia, il quale, presente nella sala in cui si e’ consumato il misfatto, non solo non ha fatto il minimo tentativo di calmare le scatenate Erinni protestatarie, ma ha addirittura cercato di ribaltare la responsabilità  di quanto accaduto sul ministro cui e’ stato impedito di parlare.

Citiamo  le parole dell’editore del libro della Roccella, Florindo Rubettino: “Un’occasione di dibattito sprecata. Non è un bel segnale per la democrazia. Il libro della Roccella e’ anche un resoconto di una vita spesa per i diritti civili , delle donne e per la libertà. Le e’  stato impedito di parlare nonostante lei abbia dato una lezione di stile facendo parlare i contestatori”

Surreale anche l’intervento del Presidente della Regione Piemonte, cogestore col Comune di Torino del Salone Torinese, che solo adesso si accorge in quali mani la Regione (da quanti anni governata dal centrodestra?) ha consentito finissero le strutture culturali con i soldi di tutti i cittadini piemontesi.

Certo Nicola La Gioia avrebbe il grande merito di aver rilanciato il Salone (il continuo aumento di espositori e visitatori e’ innegabile, ma siamo sicuri che sia tutto merito suo? E non degli editori che ogni anno si impegnano per essere presenti? O dei cittadini-lettori che accorrono in cerca di quel magico Santo Graal che e’ il libro? Per fortuna questo è l’ultimo anno del suo mandato e c’è da augurarsi che la Regione trovi il modo di fare in modo che il nuovo direttore sia persona piu’ equilibrata nelle scelte culturali, ma che sia anche un manager capace di comprendere che le file di due ore per l’acquisto dei biglietti non sono concepibili  (basterebbe raddoppiare il numero delle casse), e che realizzare una copertura in plexiglas per evitare di sottoporre i visitatori alle intemperie temporalesche di quest’anno o al caldo torrido delle edizioni degli anni passati.

Aldo Rovito

Francesco Giubilei su Instagram: “🔴 Il fascismo degli antifascisti al Salone del libro di Torino, non lasciano parlare il ministro Roccella che non può presentare il suo…”

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