Coldiretti Alessandria: “Peste dei cinghiali: l’epidemia dilaga, urgente aumentare gli abbattimenti”

Alessandria – Escono dalla provincia alessandrina e si allargano i confini della zona rossa dopo il ritrovamento di un cinghiale positivo alla Peste Suina Africana a Cairo Montenotte, in provincia di Savona, a soli 10 Km dal confine cuneese.
Nessuna misura straordinaria è ancora stata attivata e gli abbattimenti restano insufficienti tanto che, nello scorso anno, sono arrivati a superare appena i 27 mila, quando l’obiettivo era quello di raggiungere i 50 mila a livello regionale.
E’ la denuncia di Coldiretti Alessandria che la scorsa settimana ha incontrato il nuovo Commissario Straordinario alla Pesta Suina Africana, Vincenzo Caputo durante un incontro organizzato da Coldiretti Piemonte.
“Non è una questione di creare allarmismi, ma vista la situazione disastrosa è stato chiesto da Coldiretti Piemonte al governatore, Alberto Cirio, al vice presidente, Fabio Carosso, e gli assessori all’Agricoltura Marco Protopapa, e alla Sanità, Luigi Icardi, un momento di confronto congiunto con la Giunta regionale della nostra Organizzazione ed auspichiamo in una loro pronta risposta”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
Mancano disposizioni rispetto al rinnovo delle misure straordinarie regionali, scadute lo scorso 15 marzo e, soprattutto, alla luce dei contenuti della nuova ordinanza del Commissario Straordinario, è opportuno un momento di approfondimento.
“Dal confronto con il Commissario Caputo si è aperto un dialogo costruttivo e proficuo, ma ora vanno concretizzate le azioni volte a tutelare le imprese agricole l’intera regione dal dilagare del numero di cinghiali – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Non c’è davvero più tempo da perdere, occorre agire mettendo da parte la superficialità e le chiacchiere e creare le condizioni che permettano di limitare al massimo il rischio a cui sono potenzialmente esposti l’intero comparto e la filiera suinicola piemontese e alessandrina, per giungere nel più breve tempo possibile ad un effettivo azzeramento”.
Principalmente tre i punti focali da cui non si può più prescindere: creare le condizioni affinché le imprese possano riprendere l’attività di allevamento dei suini nelle aree soggette a restrizione, incrementare e rendere più efficaci gli abbattimenti e sviluppare una filiera non legata al cibo per la carne di cinghiale.

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