La Rete Antiviolenza della provincia di Alessandria a confronto per essere sempre più efficace

Alessandria – Si è svolto ieri, a Palazzo Ghilini, l’incontro della Rete Antiviolenza della provincia di Alessandria, formalmente costituita il 25 novembre 2014 e rinnovata nel 2018, con l’obiettivo di condividere strategie per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere. Ne fanno parte: Procura della Repubblica presso il Tribunale di Alessandria,  Tribunale di Alessandria, Questura di Alessandria, Comando Provinciale dei Carabinieri, Comando Provinciale della Guardia di Finanza, Comune di Alessandria, Ufficio Scolastico Territoriale Provinciale, Azienda Sanitaria Locale AL, ASO Azienda Sanitaria Ospedaliera SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, C.I.S.S.A.C.A. Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio Assistenziali dell’Alessandrino, Ordine degli Avvocati di Alessandria, Aps me.dea.
Il presidente della Provincia Enrico Bussalino ha portato i saluti istituzionali, sottolineando l’importanza del tavolo: “Il ruolo della Rete Antiviolenza è di fondamentale importanza per il nostro territorio. Ringrazio tutti i presenti e i soggetti che ogni giorno lavorano per contrastare un fenomeno odioso della società, che deve essere affrontato trasversalmente”.
Presente all’incontro anche Gian Alfredo De Regibus, Dirigente Affari Istituzionali della Provincia.
La violenza sulle donne non si può più considerare un’emergenza, ma è un fenomeno sociale che richiede risposte strutturate.
Lo ha ribadito Sarah Sclauzero, presidente dell’Aps me.dea, sottolineando la necessità di politiche di aiuto per le donne: “Oggi serve un welfare forte e strutturato, per consentire alle donne di riprogettare la loro vita dopo l’esperienza della violenza, che getta un’ombra sulla loro capacità di proiettarsi nel futuro. Il lavoro svolto in questi anni sul territorio è stato tanto e prezioso e oggi occorre dare maggiore impulso alla Rete Antiviolenza, che è una rete che funziona, ma che talvolta necessita di maggiori condivisione di buone prassi e informazioni”.
L’incontro è stata l’occasione per presentare pubblicamente, per la prima volta, il Piano Triennale degli interventi per contrastare la violenza di genere 2022-2024, varato dalla Regione Piemonte ai sensi della L.R. 4/2016.  Antonella Caprioglio, dirigente, e Adriana Barbara Bisset, Funzionaria del Settore Politiche per i bambini e la famiglia della Regione Piemonte, hanno ripercorso il lavoro di condivisione e ascolto compiuto per giungere alla stesura del Piano. La Regione ha dato grande valore all’esperienza maturata sul campo e alle competenze dei centri antiviolenza, decidendo di coinvolgerli fin da subito nel processo di stesura del documento. Grazie a questa sinergia e a un clima collaborativo, a fine 2022 il Piano è stato approvato in Giunta Regionale ed è ora pronto a trovare applicazione sui territori, anche grazie a un finanziamento complessivo sul Piemonte di 700 mila euro.
Il documento si pone 8 obiettivi, ripartiti in 6 macro aree: sostegno all’autonomia personale della donna, consolidamento dei sistemi di accoglienza, consolidamento della collaborazione tra servizi sociali e sanitari, formazione continua, sperimentazione di interventi rivolti a autori di violenza, sostegno a donne minorenni vittime di violenza e orfani da crimini domestici.
L’incontro è proseguito con l’intervento di Carlotta Sartorio, Vice-Presidente Aps me.dea e Responsabile Centro Studi, che ha presentato una fotografia dell’andamento della violenza in provincia di Alessandria.
Gli accessi al Centro Antiviolenza nel 2022 sono stati complessivamente 190, in linea con le rilevazioni degli anni precedenti. Sono in crescita gli invii da parte delle Forze dell’Ordine, mentre si mantengono pressoché costanti quelli da parte dei servizi socio-assistenziali e dal numero nazionale 1522.
Aumentano le richieste di aiuto delle under 30 e cresce la fascia di donne disoccupate o con un lavoro precario, che pone, in maniera ancora più forte, l’esigenza di sostenere le donne verso l’autonomia lavorativa, fronte su cui l’Aps me.dea è impegnata da tempo.
I territori con maggiori richieste di aiuto sono l’alessandrino e il casalese-valenzano, quelli in cui me.dea ha le sue sedi.
I dati si confermano un aspetto fondamentale per studiare, comprendere e contrastare il problema.

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