L’ineffabile e sorridente tenerezza dell’uomo che amava le donne: un grande Corrado Tedeschi a Spigno Monferrato.

Sono stato a Spigno Monferrato, sabato scorso. Non che ci sia andato senza qualche perplessità, perché Spigno da casa mia è circum circa ad un’oretta di strada, non proprio vicinissimo. Ma quando gli organizzatori mi hanno invitato (e li ringrazio davvero infinitamente), la parola magica che hanno usato è stata semplicemente il titolo che veniva proposto: L’uomo che amava le donne. Spettacolo di Corrado Tedeschi, liberamente tratto, o magari si potrebbe dire ottimamente ispirato, dall’omonimo film di Francois Truffaut.

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Caspita, ho pensato: l’uomo che amava le donne! Un film di tempi ormai assai lontani, parliamo del 1977! Confesso di essere sempre stato un fan del Cinema di Truffaut, e questo in particolare lo ricordavo come un film molto bello, tenero, appassionato ed appassionante. E allora sono andato a frugare fra le mie antiche VHS, ho recuperato il film, quindi me lo sono rivisto.

Ora, se mi chiedete se mi è servito rivedere questo film per meglio apprezzare il bellissimo spettacolo di Corrado Tedeschi, non posso che rispondere, in tutta sincerità, che non mi è servito un granché. Perché Lo spettacolo teatrale è strutturato con bravura tale che lo si apprezza benissimo anche senza conoscere per nulla il film. Però…però che bello questo film, che inizia con i funerali del quarantenne Bertrand Morane, un ingegnere che lavorava in un istituto di ricerca…strani funerali dove si presentano solo donne. Una di loro, Geneviève, la consulente di una casa editrice di Parigi, che ha appena pubblicato il libro autobiografico di Morane, racconta (e quindi il film è un lunghissimo flashback) la storia di questo tenero seduttore attratto da tutte le belle donne che gli capitava di conoscere, rapito soprattutto dalle loro gambe. Infatti la stupenda frase iconica del film, che Corrado Tedeschi ripeterà nel suo spettacolo, è: Le gambe delle donne sono dei compassi che misurano il globo terrestre in tutte le direzioni, donandogli il suo equilibrio e la sua armonia.

E proprio con la scena iniziale del film inizia lo spettacolo di Corrado Tedeschi. La proiezione del funerale (con un cammeo dello stesso Truffaut) su uno schermo sospeso sul palco, mentre la brava Elisabetta Spinelli, che interpreta Geneviève, la consulente editoriale che aveva fortemente voluto la pubblicazione del libro, appunto L’uomo che amava le donne, introduce la vicenda, e naturalmente lo spettacolo. Spettacolo bellissimo: perché coinvolgente, variopinto, intelligente, ma anche tenero ed appassionato, in un susseguirsi inesausto di stimoli e di idee, diversissime fra loro, tutte notevoli. E davvero molto apprezzato dal pubblico, foltissimo. Alla fine, dopo i saluti di Corrado Tedeschi, molti hanno espresso il loro disappunto che toccasse finirlo lì, uno spettacolo così emozionante e partecipato.

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Si, partecipato eccome! Perché Corrado Tedeschi mica si limita a starsene sul palco, tutto solo (o con Elisabetta Spinelli, come nella spassosa scena della sessuologa!). Al contrario, scende dal palco, interloquisce con parecchi spettatori, a volte con tutti, coinvolge uomini e (soprattutto) donne nella sua rappresentazione. Volete qualche esempio? Sceso dal palco, chiede ad una bella ragazza fra il pubblico di andare in fondo al corridoio centrale del teatro e camminare lentamente verso di lui…mentre lui recita la meravigliosa poesia di Dante Tanto gentile e tanto onesta pare / la donna mia… che ha quello stupendo finale che dice: e par che de la sua labbia si mova / un spirito soave pien d’amore, / che va dicendo a l’anima: sospira. Ecco, genialmente, Tedeschi quel finalesospiralo fa dire a tutto quanto il pubblico in coro, stemperando il momento, comunque intenso, di straordinaria poesia, con un sorriso conclusivo e condiviso. Fantastico!

Ma vorrei ricordare almeno un altro paio di momenti stupendi. Intanto, il funerale. “Voglio assistere anche io al mio stesso funerale”, dice sornione, poi si corica a terra, sul palcoscenico, mentre Elisabetta sceglie a caso sei donne fra il pubblico, che gli passeranno accanto per esprimere ciascuna il suo saluto. E, un po’ perché una dice ciò che deve dire in francese ed un’altra in inglese (le loro madrelingue), un po’ perché tutte stanno magnificamente al gioco – le sei lo guardano e lo insultano o lo vezzeggiano – ne viene fuori uno straordinario pezzo teatrale, bello e improvvisato, davvero esilarante e coinvolgente.

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Altrettanto divertente – ma non solo – è la scena della seduzione dal Cyrano de Bergerac, dove due spettatori vengono coinvolti per fare le parti di Rossana e Cristiano, con Tedeschi nella parte di Cyrano che suggerisce all’altro meravigliose parole d’amore, che quello pronuncia tra strafalcioni e assurde sintesi…risate a scena aperta…ma poi, poi il finale, con quelle meravigliose parole d’amore che descrivono l’essenza di un bacio: un segreto soffiato in bocca invece che all’orecchio, un frammento d’eternità che ronza come l’ali d’un ape, una comunione che sa di fiore, un modo di respirarsi il cuore e di scambiarsi sulle labbra il sapore dell’anima! Queste parole struggenti le recita lui, Corrado Tedeschi, con il giusto pathos, la giusta commozione. Bellissimo.

Non posso certo narrarvi qui tutta la serata, che comunque davvero è stata memorabile. Termino con lo struggente finale. Perché dentro lo spettacolo Tedeschi ha inserito alcuni spezzoni di film, per dimostrare che l’amore può anche essere la musica in un ballo, un incrociarsi d’occhi e sguardi, senza parole, senza null’altro. E allora il finale della serata, mentre Tedeschi si allontana e subito prima che si spengano le luci, è l’indimenticabile finale del film, così tenero, così romantico, “Un uomo, una donna” di Claude Lelouch, con Anouk Aimée e Jean-Louis Trintignant: lei che se ne va e prende il treno…lui che se ne va, in auto, lontano da lei…ma poi, no, non si arrende a quella separazione, corre, va dietro al treno, lo precede, attende in stazione, si vedono e…e si abbracciano senza vergogna, senza freno! E quella musica anch’essa indimenticabile, di Francis Lai, che fa “Sciabadabadà, sciabadabadà”…

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Uno spettacolo davvero bellissimo, e un grazie sentito a chi lo ha organizzato. Già: è fantastico che esistano delle realtà culturali così vive e vitali come questo “Teatro nelle Valli Bormida”, che ha proposto e proporrà tutta una serie di spettacoli teatrali fra Spigno Monferrato e Monastero Bormida, dal suggestivo titolo “Due ponti per la cultura”. Sbocciano davvero fiori meravigliosi, nella provincia di questo splendido Piemonte.

 

 

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