Politiche per la famiglia: il Piemonte sposa il “modello Trento”

Torino – Il Piemonte diventa sempre di più una regione “a misura di famiglia”. La giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Politiche per la Famiglia, Chiara Caucino, ha varato una delibera per sostenere l’iniziativa, attraverso un finanziamento complessivo di 220mila euro. Per ciascun progetto il massimo assegnabile è di 27.500 euro, fino ad esaurimento delle risorse anche se è previsto un co finanziamento minimo obbligatorio del 10 per cento da parte dei Comuni che intendano espressamente avviare un percorso finalizzato all’acquisizione della certificazione di “Comune amico della famiglia”.
Si tratta della parte più significativa dell’applicazione piemontese del “modello Trento” nell’ottica dell’adozione delle migliori pratiche presenti sul territorio nazionale e che nasce dal protocollo di intesa firmato proprio alcuni mesi fa.
La certificazione verrà rilasciata a seguito di uno specifico percorso, che comprende l’adozione di un Piano famiglia, cui i Comuni beneficiari potranno destinare parte delle risorse assegnate dalla Regione.
Le istanze proposte dovranno prevedere un sintetico programma di interventi, da concretizzare e sviluppare nella stesura del rispettivo piano comunale di intervento per le famiglie, che comprenda almeno i seguenti punti: istituzione di un tavolo di coordinamento per la stesura del Piano: attività di governo necessarie per acquisire il coinvolgimento attivo di tutti gli attori, istituzionali e non, coinvolti nella concreta co-progettazione e realizzazione degli interventi per le famiglie, per assicurare una prospettiva attenta ai loro diritti e garantire uguali diritti di accesso ai servizi ed alle misure individuate; definizione ed attivazione di interventi nell’area ambiente e qualità della vita, con particolare attenzione agli interventi per le famiglie di nuova formazione; definizione ed attivazione di interventi nell’area della comunità educante; definizione ed attivazione di servizi alle famiglie; definizione ed attivazione di interventi economici mirati a sostegno delle famiglie.
Gli intervento previsti dovranno essere formulati e contestualizzati a partire da una attenta mappatura dei fabbisogni delle famiglie del proprio territorio, con indicazione di massima delle aree di azione previste, con il pieno coinvolgimento delle organizzazioni di terzo settore, dell’associazionismo giovanile, nonché delle famiglie stesse assicurando particolare attenzione alle famiglie con figli nella fascia d’età 0-6 anni.
I destinatari dei finanziamenti possono presentare domanda a condizione che la proposta preveda come pre-requisito la creazione, la strutturazione o finanziamento di una “rete locale” formata da almeno un ente locale capofila e proponente il progetto, dagli enti titolari dei servizi sociali, sanitari e almeno una rappresentanza dei servizi educativi, scolastici e socio-educativi presenti sul territorio, organizzazioni del terzo settore operanti in ambito sociale, educativo-culturale, sportivo nonché l’associazionismo familiare localmente presenti ed attivi, nonché delle famiglie localmente presenti assicurando particolare attenzione alle famiglie con figli in età 0-6 anni.
A seguito della presentazione delle proposte progettuali, le stesse saranno valutate da apposito nucleo di valutazione: le proposte ammissibili e finanziabili riceveranno l’acconto del finanziamento regionale assegnato. Ai Comuni finanziati sarà offerta, grazie alla collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento, un’attività laboratoriale, formativa e di accompagnamento strutturata e finalizzata al conseguimento della certificazione di Comune amico della famiglia della regione Piemonte.
Possono presentare istanza di contributo i Comuni con una popolazione minima di riferimento di almeno 20mila abitanti. La valutazione dei progetti sarà effettuata da un Nucleo di valutazione, formato dai dirigenti o funzionari della Direzione Regionale competente, con il supporto della Provincia Autonoma di Trento. Al fine di favorire la tendenziale copertura di tutto il territorio regionale, si provvederà a finanziare almeno un progetto per ciascuna provincia del Piemonte.
I criteri di scelta comprendono la dimensione della rete locale, con il coinvolgimento degli attori istituzionali, del mondo della scuola, del terzo settore, delle organizzazioni for profit e dell’associazionismo familiare; definizione delle modalità di coinvolgimento delle famiglie; completezza ed articolazione del prospetto degli elementi essenziali da inserire nel piano interventi per le famiglie; adeguatezza del percorso di costruzione del piano e di verifica periodica della sua attuazione; modalità di diffusione e comunicazione.
Il piano famiglia sarà biennale. Qualora da uno stesso ambito provinciale pervengano più istanze da Comuni, singoli, si procederà al finanziamento sulla base del punteggio attribuito secondo i criteri di cui sopra. Al contrario, nel caso che da una provincia non pervenga almeno una proposta finanziabile, si procederà al finanziamento di ulteriori proposte afferenti agli altri ambiti provinciali, sulla base del punteggio ottenuto in graduatoria, sino ad esaurimento delle risorse disponibili.
Questa delibera – spiega l’assessore regionale alle Politiche per la Famiglia, Chiara Caucino – presenta una vera e propria pietra miliare per il sostegno ai nuclei famigliari in Piemonte, adottando le best pratices che abbiamo avuto modo di toccare con mano e di studiare nel confronto con la Provincia Autonoma di Trento. Questa azione è rivolta ai 33 Comuni piemontesi sopra I 20mila abitanti per finanziare un Comune per ciascuna delle otto province per il conseguimento della certificazione di Comune amico della famiglia”. Caucino illustra anche gli altri punti cardine del protocollo approvato in Giunta: “Innanzi tutto – spiega – l’adozione di nuovi strumenti di gestione delle politiche famigliari con il New Public Family Management che consiste in un’attività di sensibilizzazione degli attori locali sulla cultura del family friendly, con l’organizzazione di due eventi e la Certificazione Family Audit che prevede la promozione e il miglioramento delle politiche di conciliazione tra vita famigliare e lavoro, che vede coinvolti la Regione stessa, le imprese e le famiglie”.

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