Le relazioni del Difensore civico e dei Garanti

All’ordine del giorno della seduta del Consiglio regionale del 22 novembre, l’illustrazione in Aula delle relazioni annuali del Difensore civico Paola Baldovino e dei Garanti regionali per le persone detenute Bruno Mellano, per l’infanzia e l’adolescenza Ylenia Serra e per i diritti degli animali Paolo Guiso.

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Difensore civico regionale

“La Difesa civica è un istituto importante per la comunità poiché arricchisce e completa il sistema delle garanzie dei cittadini, al di là di rimedi di tipo giustiziale e giurisdizionale”.
Lo ha ricordato, durante la sua relazione in Aula, Paola Baldovino, Difensore civico del Piemonte, che ha proseguito sottolineando “la primaria importanza di contribuire a diffondere maggiormente la conoscenza dell’istituto della Difesa civica che, è bene ricordare, è gratuito e accessibile a chiunque senza particolari formalità”.

La relazione ha evidenziato che il totale delle segnalazioni pervenute e gestite nel corso del 2021 sono state 581. Di queste 348, il 60%, riguardano i “servizi alla persona” e cioè la sanità, l’assistenza, la disabilità, le assicurazioni obbligatorie e le pensioni e la tutela dei diritti fondamentali. La maggior parte, in quest’area, concerne l’assistenza agli anziani non autosufficienti e ben 42 sono quelle in materia di disabilità. Tra le istanze per la tutela dei diritti fondamentali, 27 segnalazioni derivano dalla contestata discriminazione conseguente l’introduzione del Green pass che, insieme ai disservizi relativi alle piattaforme informatiche in uso da parte delle amministrazioni sanitarie, spesso sono state esaminate insieme al Garante per l’Infanzia e al Coordinamento dei Difensori civici regionali nell’ambito del tavolo di lavoro sulla digitalizzazione degli uffici pubblici. Tra le istanze sui servizi alla persona, 32 riguardano problematiche dell’edilizia convenzionata.

Nell’area della “Partecipazione al procedimento”, nel 2021 sono pervenute 63 istanze delle quali 56 erano dinieghi di accesso a documenti da chi vanta un interesse diretto, oltre a 7 dinieghi di accesso civico generalizzato. Si segnala che la maggior parte delle istanze proviene dall’area metropolitana di Torino.

Garante regionale per le persone detenute

“I suicidi dei detenuti e degli agenti, il crescente malessere dei reclusi e degli operatori, la mancanza cronica di personale a tutti i livelli e il tasso di recidiva sono le spie più evidenti di una situazione critica, di un vero e proprio ‘caso Piemonte’ in un contesto nazionale comunque difficile”. Lo ha dichiarato durante la relazione annuale del suo mandato il Garante regionale delle persone detenute Bruno Mellano.

“Chiedo al Consiglio e alla Giunta regionale – ha aggiunto – di fare uno sforzo di attenzione per il carcere e far sentire la propria voce anche a Roma per le scelte su numero e qualità del personale dedicato al nostro territorio, che dall’Amministrazione penitenziaria viene vissuto come ‘periferico e disagiato’ e dunque non appetibile”.

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Mellano aveva inquadrato in precedenza la situazione: “I 4.118 detenuti che oggi vivono nelle 13 carceri per adulti del Piemonte, i 36 dell’Istituto penale minorile Ferrante Aporti, i 2 nel Centro di prima accoglienza minori, i 40 delle Rems, i 126 del Cpr sono le persone cui si rivolgono gli interventi del garante regionale delle persone detenute, a cui si aggiungono le persone in esecuzione penale esterna, che al 31 dicembre erano 6.334”.

“La capienza regolamentare delle case di Reclusione e delle Case circondariali presenti in Piemonte a luglio 2021 era di 3.951 posti – ha sottolineato – cui però occorreva sottrarre 319 posti temporaneamente non disponibili. Così, da una percentuale di affollamento ufficiale pari al 102%, l’affollamento reale era pari al 111%: un dato molto vicino alla media nazionale, pari al 114%”.

“Il biennio appena trascorso, caratterizzato dalla pandemia, ci lascia in eredità una nuova consapevolezza sulle difficoltà della sanita penitenziaria, di esclusiva competenza regionale – ha aggiunto –. La gestione del virus, dei contagi e delle vaccinazioni, ma anche le vicende del Sestante e della Sezione ‘filtro’ di Torino, dell’articolazione di Sanità mentale in carcere, del disagio psichico, delle tossicodipendenze interrogano direttamente le istituzioni del territorio”.

Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza

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“Sono state 306 le segnalazioni nel corso del 2021 contro le 137 del 2020 – ha esordito la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza Ylenia Serra – 220 erano relative a doglianze nei confronti dei servizi sociali che hanno preso in carico minori e nuclei familiari, anche se va sottolineato che 199 di esse erano riconducibili a tematiche generali legate al diritto dei bambini a vivere in famiglia. Delle restanti, la maggioranza ha riguardato questioni legate alla pandemia nei contesti scolastico, sportivo e ricreativo, la tutela dei minori non accompagnati, il diritto allo studio e l’assistenza ai minori con disabilità o problemi di salute cronici, il regime dell’affidamento e dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria, le problematiche con le strutture sanitarie e assistenziali e le questioni scolastiche di vario genere”.

“Per quanto riguarda la salute – ha aggiunto – sono complessivamente 23.587 i minori che nel 2021 risultano in carico ai servizi di psicologia delle Asl piemontesi, pari al 3,8% della popolazione minorenne regionale (nel 2019 erano 19.790, pari al 3,1%) e la causa, non di rado, è legata alle sofferenze accentuatesi durante la pandemia. Per quanto riguarda le strutture di neuropsichiatria infantile va segnalato un duplice fenomeno: il calo del totale dei minori in carico, che passano dai 43.287 del 2020 ai 41.731 del 2021, e contemporaneamente i nuovi accessi, che passano dai 9.896 del 2020 ai 10.081 del 2021, non di rado caratterizzati da criticità legate al contesto scolastico e che vedono la diagnosi di lievi ritardi cognitivi”.

“Dei 3.182 minori che vivevano fuori famiglia al 31 dicembre 2021 – ha inoltre sottolineato – 808 erano in affido eterofamiliare, 591 in affido intrafamiliare, 1.027 in servizi residenziali sul territorio e 58 fuori regione. Dei 1.085 accolti complessivamente nei servizi residenziali, il 61% era maschio e il 39% femmina; 679 avevano età compresa tra 15 e 17 anni, 245 tra 11 e 14, 109 tra 6 e 10, 36 tra 3 e 5 e 16 tra 0 e 2. In questi numeri sono compresi anche i minori stranieri non accompagnati in carico agli enti gestori dei servizi sociali piemontesi, che al 31 dicembre 2021 erano 514 (erano 321 nel 2020)”.

Un accento particolare, infine, è stato posto su povertà educativa e abbandono dell’obbligo scolastico. Secondo quanto emerge dai dati forniti dall’Ufficio scolastico regionale dopo la pubblicazione dei dati Invalsi, sommando i dati dell’Elet (Early leaving from education training) e quelli sulla dispersione implicita, emerge che il 23% dei giovani di età tra i 18 e i 24 anni ha lasciato la scuola prima di effettuare l’esame di Stato o l’ha terminata senza acquisire le competenze minime di base (nel 2019 erano il 22,1%). Quasi uno su quattro. In Piemonte la dispersione implicita è pari al 2,5% (nel 2019 era pari al 3%), mentre l’indicatore Elet è pari a 12 (nella rilevazione precedente era pari a 10,8).

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Garante regionale dei diritti degli animali

“La mia recente nomina a Garante dei diritti degli animali – ha dichiarato Paolo Guiso – mi porta necessariamente a dover considerare la relazione annuale del garante che mi ha preceduto e che fin d’ora ringrazio per il suo operato. Il mondo degli animali e in particolare il loro rapporto con gli esseri umani è in continua evoluzione, come mettono in evidenza le istanze provenienti dai cittadini, dalle associazioni e dalle istituzioni. Queste riguardano in buona parte le questioni legate agli animali da compagnia, all’aumento numerico e al rapporto emozionale che gli esseri umani hanno nei loro confronti. Gli interventi e le attenzioni del garante, tuttavia, non hanno escluso gli animali selvatici, i sinantropi e gli esotici, la cui presenza è spesso oggetto di situazioni conflittuali. Ritengo che le azioni future dovranno essere improntate alla riformulazione di alcune norme, alla maggiore conoscenza delle popolazioni animali che, unitamente ad una corretta informazione, sono indispensabili per intraprendere azioni di tutela e di rispetto”.

Tra le situazioni emerse vi è il notevole aumento, in questi ultimi anni, degli animali familiari, come l’aumento dei cani morsicatori che probabilmente non sempre vivono bene il loro ruolo all’interno della casa e della famiglia alla quale appartengono. All’anagrafe i cani risultano essere un numero molto alto, ben 800mila, ma nella realtà probabilmente sono molto di più, rispetto ai 4,3 milioni di cittadini piemontesi.

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