Mirò un artista “incatalogabile”: una mostra a Palazzo Salmatoris di Cherasco

E’ stata inaugurata il 15 di ottobre e resterà aperta sino al 22 gennaio 2023 a Palazzo Salmatoris di Cherasco una importante mostra dedicata a Joan Mirò, geniale artista catalano, e ai rapporti esistenti tra la sua ricerca espressiva e la produzione pittorica di artisti internazionali a lui contemporanei.

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La particolarità della mostra sta proprio qui. Alle cinquanta opere tra originali e grafiche di Mirò sono associate una sessantina di opere di artisti internazionali in qualche modo legati da un sottile file rouge con la ricerca sviluppata in più direzioni da Mirò.

Infatti, Joan Miró (Barcellona 1893 – Palma di Maiorca 1983) non ha mai fatto parte di una corrente artistica ben precisa; ha avuto contatti con movimenti come il fauvismo, il cubismo e il surrealismo senza mai esserne completamente coinvolto; il suo segno unico e originale non risulta ascrivibile ad alcuna corrente specifica.

Le sue opere, sia quelle pittoriche, sia quelle grafiche hanno un carattere giocoso, a volte rimandano alla sfera infantile, alla libertà espressiva, ai voli pindarici della mente ottenuti mediante un segno libero e sottile alternato a macchie di colori brillanti e contrastanti capace di inseguire delle tracce invisibili dettate dalla fantasia e dall’inconscio.

La ricerca artistica di Mirò, infatti, si è via via concentrata sulla rarefazione dei tratti e degli elementi visivi con l’obiettivo di approdare all’essenza e all’origine del linguaggio. In questa accezione il segno e il gesto grafico sono considerati dall’artista i fattori primari della sua espressione grafica e pittorica che si avvale e fa uso costante di simboli come i cieli stellati, l’occhio, la luna, gli uccelli o le fantasiose rappresentazioni di teste, gli ideogrammi asiatici o i graffiti urbani.

Una ricerca a cui sono associate diverse sezioni come Dada e Surrealismo legata alla ricerca di accostamenti tra elementi estranei e irreali con opere di De Chirico, Savinio, Lam, Picabia, Matta, Melotti, Dalì, Picasso, Man Ray oppure la sezione Informale in cui la materia non è mai compatta e i colori spesso sono materici come nelle opere di Riopelle, Schneider, Birolli, Mathieu, Hartung, Vedova, Parmeggiani e Bendini.

Oppure quando l’opera di Mirò si avvale di colori accesi o di segni liberi e aggrovigliati non mancano le tangenze con la produzione espressionista di Riopelle, Scanavino, Tobey, Calder, Tinguely, Niki De Saint-Phalle o nel caso frequente che gioca sul segno e l’alfabeto che diventa parte integrante col suo lavoro e per questo accostabile a quello di Capogrossi, Sanfilippo, Accardi, Novelli, Kounellis e Penk.

Infine, non manca la sezione dell’arte trasgressiva con la manipolazione informe di figure e spazi come nelle opere di Jorn, Apple, Dova, Crippa, Burri, Tapié e Turcato.

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Rino Tacchella

Luogo: Palazzo Salmatoris.

Indirizzo: Via Vittorio Emanuele 31.

Orari: Mercoledì: 15:00 – 19:00 Giovedì: 15:00 – 19:00 Venerdì: 15:00 – 19:00

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Sabato: 09:30 – 12:30 | 15:00 – 19:00 Domenica: 09:30 – 12:30 | 15:00 – 19:00.

Curatori: Cinzia Tesio, Riccardo Gattolin, Rino Tacchella.

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