Gagliasso (Lega Salvini Piemonte): “A fianco di Coldiretti nella sua petizione contro il cibo sintetico”

Torino – Il consigliere saviglianese del gruppo regionale Lega Salvini Piemonte Matteo Gagliasso ha depositato un Ordine del giorno contro la diffusione del cibo sintetico. Un atto di indirizzo che dà seguito alla petizione promossa da Coldiretti per fermare questa pericolosa deriva che mette a rischio la nostra filiera agroalimentare e la sopravvivenza stessa dei prodotti Made in Italy. Raccolta firme che il consigliere Gagliasso ha sottoscritto proprio ieri.
“Ho voluto sensibilizzare il governatore e gli assessori competenti – spiega nel dettaglio Gagliasso – rispetto all’iniziativa di Coldiretti e a tutte le campagne promosse dal mondo agricolo, accademico e scientifico riguardo ai rischi della diffusione degli alimenti da laboratorio. Per queste ragioni, impegno la nostra giunta a difendere le nostre filiere agro-zootecniche con tutti gli strumenti in suo potere, tanto in sede di conferenza Stato-Regioni quanto nei rapporti con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali”.
“Gli alimenti sintetici – ricorda Gagliasso – rappresentano un pericolo per un settore, quello del cibo piemontese, il cui valore aggiunto ammonta a 8,1 miliardi di euro, pari al 2,5% della ricchezza generata a livello regionale e all’11,4% della nostra manifattura, con 4.390 aziende. Un quadro economico che non può prescindere dall’indissolubile legame storico e culturale che unisce il Piemonte ai suoi prodotti di eccellenza, come del resto testimoniato dalla nostra rete museale espressamente dedicata al food, dal ricchissimo calendario di eventi e incontri sull’alimentazione e sul vino, dal settore fieristico e dei festival fino ad arrivare al turismo rurale e di riscoperta delle nostre tradizioni enogastronomiche”.
“In ultima analisi – conclude il presentatore dell’Ordine del giorno – credo sia necessario fare un po’ di chiarezza in merito a quella che ad oggi appare come l’ultima fascinazione ecologista priva di adeguati approfondimenti scientifici e socio-economici. Innanzitutto stiamo parlando di sostanze sintetiche prodotte in bioreattori attraverso brevetti e tecnologie nelle mani di poche multinazionali, con alti costi di ingresso e di sviluppo che impediscono di perseguire quegli obiettivi di giustizia sociale che si è data l’Europa. Inoltre non salva l’ambiente, perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, e non aiuta la salute: non vi è infatti alcuna garanzia che i prodotti chimici utilizzati per la sua sintesi siano sicuri per il consumatore. Una ingegnerizzazione estrema che, se dovesse arrivare sulle nostre tavole, limiterebbe le nostre scelte alimentari e spezzerebbe forse per sempre lo straordinario legame tra il cibo e la natura”.

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