Coldiretti Alessandria: “NO al cibo sintetico: la battaglia di Coldiretti, non farci mangiare dai prodotti di Frankenstein”

Alessandria – Contrastare in ogni modo il proliferare della carne finta. E’ la battaglia intrapresa da Coldiretti, Fondazione Campagna Amica, Filiera Italia e World Farmers Markets Coalition.
Ben 7 italiani su 10 (68%) non si fidano del cibo creato in laboratorio con cellule staminali in provetta. E’ quanto emerge dall’indagine di Coldiretti/Ixè realizzata in occasione dell’avvio della petizione mondiale per fermare lo sbarco a tavola del cibo sintetico che ha già raccolto l’adesione di politici e scienziati.
Anche in provincia di Alessandria sono già centinaia le persone che hanno firmato per dire #noalcibosintetico: rappresentanti delle istituzioni e del mondo politico, ma soprattutto tanti consumatori, determinati a non farsi mangiare dal cibo di Frankenstein.
Un allarme sui prodotti realizzati in laboratorio che purtroppo è confermato dai numeri per un fenomeno rischia di dilagare. Serve, dunque, una comunicazione corretta al consumatore che solo Coldiretti può fare. Soprattutto attraverso la rete dei mercati di Campagna Amica che garantiscono un rapporto diretto tra produttore e consumatore.
Dove è possibile firmare? Negli uffici Coldiretti, nei mercati dei produttori di Campagna Amica, negli agriturismi Terranostra e nelle svariate occasioni di presenza capillare sul territorio, dalle manifestazioni alle rassegne dedicate alle tipicità locali.
“Le multinazionali del cibo in provetta stanno cercando di imporre al mercato la carne prodotta in laboratorio, il latte ‘senza mucche’ fino ad arrivare al pesce senza mari, laghi e fiumi. Un cibo sintetico che rischia di inondare in breve tempo il mercato europeo poiché già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Per questo è importante l’impegno di tutti, nessuno escluso. Dobbiamo sensibilizzare i cittadini, valorizzando il cibo naturale e la biodiversità. L’attenzione sulle bugie sul cibo in provetta confermano la precisa strategia delle multinazionali che, con abili operazioni di marketing, puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. Tutto questo è vergognoso e inaccettabile!”
Ecco perché è importante e necessario smentire dati alla mano le troppe fake news sugli allevamenti. Sono anni che si rimpallano le accuse sulla zootecnia. Forse un modo per preparare la strada alla carne finta? Facendo leva su benessere degli animali e ambiente si punta infatti a spingere verso un’alimentazione “monstre”.
Cerchiamo di sfatare le più comuni fake sugli allevamenti bovini e sul loro impatto sull’ambiente e sulla salute dell’uomo.
Terreno prezioso sottratto? Uno studio realizzato da Coldiretti e Assocarni ricorda che una delle accuse ricorrenti è che gli allevamenti consumano suolo prezioso. Ma è davvero così?
In realtà 2/3 delle terre nel mondo sono marginali e non possono perciò essere coltivate. E dunque l’allevamento al pascolo è l’unico modo per produrre cibo su quei terreni ed evitarne così l’abbandono con tutte le conseguenze che la desertificazione provoca.
Inoltre i bovini per l’86% si alimentano di cellulosa che proviene da piante che non danno prodotti per l’alimentazione umana. E infine gli allevamenti “producono” il letame necessario anche per le coltivazioni biologiche. In questo modo si può produrre senza utilizzare concimi chimici.
Altra fake: gli allevamenti consumano troppa acqua. Anche in questo caso i numeri non tornano. Non è vero che per produrre 1 kg di carne servono 15mila litri di acqua.
Il 94% viene restituita sotto forma di evapotraspirazione, solo il 3% viene effettivamente prelevato dalle falde o dalle fonti superficiali e il resto 3% è destinato alla depurazione.
E, infine, il metano che appartiene comunque al ciclo biogenico e che in ogni caso viene smaltito in dieci anni, i residui dei combustibili fossili invece si accumulano e restano per mille anni. Agli allevamenti si deve dunque solo il 3% delle emissioni.
Ed è bene anche ricordare che gli allevamenti non producono solo carne, ma anche prodotti che alimentano altre importanti filiere dal latte alle pelli, fino ai cosmetici, pet food, biogas e biometano.
“Dietro il business della carne in provetta si nascondono rilevanti interessi economici e speculazioni internazionali dirette a sconvolgere il sistema agroalimentare mondiale e a minare le basi della dieta mediterranea e di una sana alimentazione che l’Unione Europea a parole difende. La carne è un elemento fondamentale della Dieta Mediterranea, che rappresenta un modello dell’alimentazione sostanzialmente per due criteri: varietà ed equilibrio dei principi nutritivi. E’ dunque un elemento basilare per una sana nutrizione grazie alla quale gli italiani sono tra i popoli più longevi del mondo”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.

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