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“Napoleone in Egitto e la traduzione della stele di Rosetta”: a Marengo giovedì 10.11 incontro con l’archeologo Ferdinando Caputi

Sarà l’archeologo Ferdinando Caputi il protagonista del prossimo appuntamento, il 10 novembre alle ore 17,00,   con “Marengo di giovedì“, la rassegna di eventi culturali che si svolge nella splendida cornice dell’Auditorium di Marengo.
Il tema prescelto è: “La campagna in Egitto di Napoleone e la stele di Rosetta“. Proprio nel 2022 ricorre infatti l’anniversario dei 200 anni dalla decifrazione della stele di Rosetta, avvenuta appunto nel 1822 e dovuta a Jean-François Champollion, docente di storia a Grenoble.

Per  prepararci alla conferenza riportiamo un breve articolo tratto dal sito della rivista “Storica national geographic”: Come fu scoperta la stele di Rosetta? (storicang.it)

“Il 15 luglio del 1799, durante la campagna napoleonica in Egitto, l’ufficiale Pierre-François Bouchard (1771-1822) ordinò a un reparto dell’esercito di dissotterrare un’antica fortezza egizia rinominata dai francesi Fort Julien, a Rashid (Rosetta), sulla costa settentrionale dell’Egitto. Fu allora che un soldato scoprì la cosiddetta stele di Rosetta, un blocco di granito di circa 760 chili che due decadi più tardi si sarebbe rivelato l’elemento chiave per decifrare i geroglifici egizi.
Sulla superficie ripulita della pietra, che era in realtà solo un frammento di un’antica stele egizia, comparivano tre tipi di scrittura. La parte superiore, di quattordici righe, era formata da geroglifici egizi; le trentadue righe della parte centrale erano in demotico, l’ultima fase della scrittura egizia; e a completare la parte inferiore c’erano cinquantaquattro righe in greco antico, una lingua parlata e scritta nell’antico Egitto fin dall’età ellenistica, cioè a partire dal IV secolo a.C.
Bouchard trasferì la pietra all’Istituto d’Egitto del Cairo, fondato da Napoleone solo l’anno prima, nel 1798, per svolgere ricerche scientifiche durante la campagna militare. Lì gli studiosi cominciarono ad analizzarla, per quanto il significato dei geroglifici fosse andato perduto da più di mille anni. I ricercatori confermarono che le tre epigrafi erano in realtà tre versioni di uno stesso testo: la stele conteneva un decreto sacerdotale in onore del faraone Tolomeo V, datato al 196 a.C.
Nel 1801 gli inglesi sconfissero le truppe napoleoniche in Egitto e portarono la stele di Rosetta a Londra come bottino di guerra. Fu però un francese, Jean-François Champollion (1790-1832), a decifrarne i geroglifici nel 1822, attraverso la comparazione dei testi. Oggi la pietra è il manufatto più visitato del British Museum a Londra.”

Grazie a Napoleone, quindi, nacque la moderna egittologia.

 

Categories: Marengo
Redazione Alessandria24.com:
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