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Maria Wise Bonaparte al cimitero monumentale di Alessandria

Commemoratio Omnium Fidelium Defunctorum: il calendario liturgico romano attribuisce l’ordine di preferenza sulla domenica alla ricorrenza officiata il dì successivo alla solennità di Ognissanti.

La commemorazione di defunti è l’allegoria dell’eternità anelata dall’uomo espressa dall’estro diffuso senza sosta dagli artisti (poeti, architetti, marmisti, scalpellini) e dalla legislazione di ogni epoca.

All’alba del secolo XIX emergeva la necessità di tutelare l’igiene e la salute pubblica dall’usanza diffusa dal culto cristiano correlato alle reliquie di santi e martiri protette nella chiesa e all’inumazione di devoti al camposanto vicino: ciò esortava a esumare la Tavola X (diritto romano) ”Nessun morto venga sepolto né cremato in città”.

La firma di Napoleone sul Dècret Impèrial sur les Sépultures, alias l’editto di Saint-Cloud (12 giugno 1804), escludeva la sepoltura di defunti nelle città e imponeva il ricovero di salme nelle strutture ad hoc costruite aldilà delle mura cittadine cioè nell’area extraurbana soleggiata e ariosa. Il divieto esteso alle iscrizioni sulle tombe tutte simili unificava l’urgenza igienico-sanitaria alla volontà ideologico-politica di uguagliare le salme: la commissione di magistrati poteva approvare l’incisione di epigrafi sulla tomba di spoglie illustrissime. L’arte funeraria (edicole, sepolcri, statue) ingentiliva la città adibita ai defunti sempre più estesa e inaugurava il cimitero monumentale foriero di necroturismo. Questo museo all’aperto esalta l’arte sacra scolpita sulla pietra per trasmettere la storia dell’individuo estinto. La borghesia ottocentesca esibisce l’opulenza sulla tomba dominata dal patriarca defunto scolpito insieme ai visi amici, l’archetipo Eros Thanatos esalta l’impostazione contenutistico-formale di opere più recenti contaminate dall’Art Nouveau e impreziosite dalle sagome di angioletti similari alle statuine femminili sensuali posate sulla tomba di faraoni e notabili egizi per addolcire la sosta oltretomba.

Il cimitero monumentale di Alessandria custodisce l’arte funeraria riunita dall’arco di due secoli. Il monumento neoclassico di sapore tardo-romantico arricchisce la cappella Abba Cornaglia e l’epigrafe sulla lapide ornata dagli archetti pensili trilobati di stile neogotico uniti all’altare eclettico definisce la tomba di Andrea Vochieri.

La scultura funeraria realista espone la vedova Maria Laetitia Wise Bonaparte (la nipote di Luciano, fratello di Napoleone I°), insieme alla figliola Isabella a commemorare il congiunto Urbano Rattazzi. Il cippo marmoreo collocato per onorare la famiglia Paglieri esalta il simbolismo e l’arte contemporanea emerge dalla curva delineata dall’ordine progressivo di altezza di nove pilastrini di marmo posati per evocare la longevità e il percorso artistico intrapreso dal pittore alessandrino Pietro Morando.

Redazione Alessandria24.com:
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