Vita nascente, via libera in Commissione – Parere favorevole a maggioranza per la delibera. Contrarietà delle opposizioni al provvedimento

Parere favorevole a maggioranza, in quarta Commissione presieduta da Alessandro Stecco, alla bozza di delibera per il cosiddetto fondo vita nascente. Un provvedimento che, ha spiegato dall’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone, si propone di accentuare la collaborazione tra servizi sociali, sanità e Terzo settore e operare sempre più in un’ottica di sviluppo delle reti locali per integrare i supporti e gli aiuti prestare aiuto alle donne in difficoltà.
La bozza esplicita i criteri per l’accesso ai finanziamenti “per promuovere il valore sociale della maternità e sostenere le gestanti e le neomamme”; la delibera punta anche alla tutela della vita nascente da parte di organizzazioni e associazioni che operino nel settore della tutela materno infantile e iscritte negli elenchi approvati dalle Asl e degli enti gestori delle funzioni socio assistenziali competenti.
Il documento prevede che, dei 460 mila euro stanziati per il 2022, 400 mila vengano destinati a progetti presentati da enti del Terzo settore iscritti agli elenchi approvati dalle Asl per azioni quali: ascolto e consulenza attraverso la presenza nei presidi sanitari; supporto alle donne in attesa per accompagnarle in una scelta individuale consapevole; progetti di sostegno alle mamme sia di natura economica sia attraverso la fornitura di beni di prima necessità; percorsi di sostegno psicologico individuale e di gruppo e di accompagnamento di auto mutuo aiuto.
I restanti 60 mila andranno ai quattro soggetti gestori delle funzioni socioassistenziali individuati dalla delibera di Giunta 22-4914/2006 – i Comuni di Torino e di Novara e i Consorzi Cissaca di Alessandria e Csac di Cuneo – per interventi assistenziali.
Il dibattito è stato aperto da Silvio Magliano (Moderati), che ha espresso parere favorevole sulla delibera e ha sottolineato il rafforzamento del ruolo pubblico.
Sarah Disabato (M5s), ha evidenziato alcune incongruenze da lei riscontrate nel testo della delibera, lamentando tra l’altro che il provvedimento attribuisce fondi alle associazioni e non alle donne.
Domenico Rossi e Diego Sarno (Pd) hanno chiesto il rinvio della discussione a dopo l’approvazione della variazione di Bilancio “per ovviare a eventuali istanze di incostituzionalità e a possibili impugnative” e hanno sottolineato che sarebbe stato meglio prevedere di erogare i fondi ad Asl ed enti gestori, che avrebbero poi potuto coinvolgere le associazioni, come dimostra il caso di Novara, ove non esiste elenco di associazioni accreditate e, qualora non ce ne fossero con i requisiti, le donne di quel territorio rimarrebbero senza sostegno.
Francesca Frediani (M4o), premettendo la propria apertura verso i sostegni alla maternità, ha definito non del tutto condivisibili l’ambito di creazione dei progetti e l’elenco dei soggetti destinatari.
All’inizio della seduta la Commissione aveva audito alcuni componenti del Coordinamento regionale Area psichiatria in merito alla proposta di riorganizzazione per il miglioramento dell’appropriatezza degli interventi erogati in favore dei cittadini della Regione Piemonte da parte dei Servizi afferenti alla salute mentale del ciclo di vita.
Sono intervenuti i direttori dei dipartimenti di salute mentale di Cuneo Francesco Risso e dell’Asl To5 Giorgio Dallio, che hanno denunciato la mancanza – in Italia – di 4.600 operatori, di cui 1.000 psichiatri. Una situazione che fa sì che sia possibile offrire una risposta efficace ed efficiente a circa la metà di chi ha problemi di salute mentale. Solo il 2,5% della spesa sanitaria, rispetto al 5% di legge, è destinata ai servizi psichiatrici, mentre in Paesi più avanzati si arriva al 9% delle risorse.
La richiesta è quella di unificare il più possibile i dipartimenti di salute mentale, sull’esempio di quanto avviene in provincia di Cuneo e in regioni quali l’Emilia Romagna, il Veneto, la Lombardia, il Lazio, la Sicilia e la Sardegna, per poter prendere in carico i pazienti e le loro famiglie fin dalle prime manifestazioni di disagio, soprattutto di chi è vittima di dipendenze.
Sono intervenuti per richieste di approfondimenti Carlo Riva Vercellotti (Fdi), Rossi (Pd), Mario Giaccone (Monviso) e Frediani (M4o).
La Commissione ha infine audito anche il presidente della sezione piemontese della Società italiana di psichiatria Giovanni Abbate Daga e Carla Gramaglia dell’Università del Piemonte orientale, nell’ambito dei lavori dell’indagine conoscitiva sul disagio psicologico post Covid e rischio suicidario nella popolazione con particolare riguardo ai minori, soggetti fragili, persone esposte professionalmente. Sono intervenuti per delucidazioni, Frediani (M4o), Rossi (Pd) e Disabato (M5s).

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