Don Santiago Ortiz: “A Don Claudio devo molto”

Don Santiago Ortiz. Nato a Medellin il 19 maggio 1991, è rimasto nel suo Paese natale fino alla quinta elementare, per poi trasferirsi in Italia con un desiderio nel cuore: entrare in seminario. Ha preso parte a diversi pellegrinaggi a Lourdes accompagnando i malati al Santuario. Proprio durante un pellegrinaggio, ma in Terra Santa, ha scoperto di avere la vocazione al sacerdozio.
Da quel momento la sua vita si lega a Don Claudio Moschini: come fedele, poi come chierichetto e come direttore di coro della parrocchia per raggiungere il seminario di Brescia, accompagnato proprio da Don Claudio.
Santiago, la tua vita spirituale e non è legata a Don Claudio.
“Prima di tutto devo dire che a Don Claudio devo molto. E’ stato colui che negli anni dell’adolescenza mi ha accolto, mi ha fatto anche da papà. Sono orgoglioso di essere stato una sua vocazione. Se mi sono appassionato al sacerdozio è perché ho avuto da Don Claudio un’ispirazione, un papà e soprattutto l’esempio di un buon parroco. Il vescovo mi ha chiesto di seguire le parrocchie di Valenza e vedo che nelle mie piccole scelte quotidiane imito Don Claudio: un figlio fa quello che apprende dai insegnano i genitori e io sto facendo esattamente quello.” 
Ma come è finito Santiago Ortiz nella parrocchia di San Giovanni Evangelista?
“Nel 2003 sono arrivato dalla Colombia con mia mamma e siamo giunti nella parrocchia di Don Claudio. Io avevo già l’idea di raggiungere il seminario. Quell’anno era ottobre, la Madonna del Rosario, il 7, c’era la festa della Madonna con la Processione e ricordo che Don Claudio mi prese, assieme ad un altro parrocchiano, e mi mise sul carretto della Madonna. Successivamente sono stato promosso chierichetto, poi maestro del Coro.
L’ingresso in seminario di Santiago Ortiz quando è avvenuto?
“Il mio ingresso in seminario è stato l’11 ottobre del 2015 a Brescia. Nella città lombarda ho studiato fino alla quarta superiore, poi sono poi tornato ad Alessandria per svolgere la quinta superiore e la teologia e nel 2020 sono stato ordinato sacerdote. Ho celebrato la prima messa proprio qui, a San Giovanni Evangelista e Don Claudio mi ha regalato la casula per la celebrazione”.
Cosa dice sempre tua mamma quando ti sgrida?
“Mia mamma quando mi sgrida,  quando si arrabbia con me mi dice sempre che sono come Don Claudio”.
Quanto perde la parrocchia di San Giovanni Evangelista con l’arrivederci di Don Claudio che raggiungerà in questi giorni Tassarolo?
“Sicuramente perdiamo dal punto di vista umano una persona, un papà, un nonno, un padre spirituale ma credo che non deve essere accantonato tutto quello che è stato fatto in questi 27 anni. Deve essere un ricordo ma deve rimanere una memoria: Don Claudio è un po’ come quel nonnino a cui si penserà sempre. La cosa più bella è questa; Gesù si è presentato tramite Don Claudio. Mi piace pensare che la faccia di Gesù, per noi parrocchiani, è stata Don Claudio”.
Quando Santiago è a Valenza quale è il ricordo più forte di Don Claudio?
“Uno: stringere la mano. Due: mi ricorderò sempre che porta il cappello da prete, il tricorno e tre la sua musica”.

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