Presentato all’ex Taglieria del pelo il libro di Diego Fusaro “Odio la resilienza. Contro la mistica della sopportazione”

Alessandria – Si è tenuto martedì pomeriggio, nei saloni dell’ex Taglieria del pelo ad Alessandria, l’incontro con Diego Fusaro, insegnante Storia della filosofia a Milano presso l’Istituto Alti Studi Strategici e Politici (IASSP), dove è anche direttore del dipartimento di Filosofia politica, per la presentazione del libro “ODIO LA RESILIENZA. Contro la mistica della sopportazione ”, evento organizzato dall’Associazione Culturale Libera Mente-Laboratorio di Idee. A dialogare con l’autore Siro Mazza e Fabrizio Priano, Presidente di Libera Mente.
Nel dettaglio il libro è una riflessione critica sulla parola più usata e abusata degli ultimi anni: la “resilienza”. L’uomo resiliente è il suddito ideale. Si accontenta di ciò che c’è perché pensa che sia tutto ciò che può esserci. Non conosce nulla di grande per cui lottare e in cui credere.
Da sempre, ma negli ultimi anni un po’ di più, chi ha il potere ci chiede di subire in silenzio, di assorbire il colpo come i metalli, di sopportare con stoica resilienza per poter agire indisturbato: il Programma di Ripresa e Resilienza di Mario Draghi ne è un esempio lampante, ma già nel 2013 “dinamismo resiliente” era la parola d’ordine lanciata dal World Economic Forum.
Perché certo, la resilienza è un profilo psicologico, ma è anche un atteggiamento politico. I cittadini sono chiamati a fare propria una nuova e splendente virtù, quella dell’adattarsi senza subire contraccolpi.
Non è forse il sogno inconfessabile di ogni padrone quello di governare schiavi docili e mansueti? “Eppure vivere vuol dire adoperarsi per cambiare il mondo con i propri pensieri e con le proprie azioni”, scrive Diego Fusaro in questo libro che è una vera e propria chiamata alle armi, “riprendiamoci le nostre passioni annichilite da questa docilità. Frangar non flectar.”
“L’homo resiliens si china e si rialza, potenzialmente anche all’infinito, ma senza mai mettere in discussione il mondo che sempre di nuovo lo fa cadere.”

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