Tra le meraviglie dell’Ellenismo, con la guida di Ferdinando Caputi e la compagnia di Alessandro il Grande.
Perdonatemi, ma inizio a parlarvi della conferenza di Ferdinando Caputi…dalla fine. Perché è stato un momento intenso e drammatico, che ha lasciato tutti i presenti sorpresi ed indignati. Si, perché le ultime immagini che Ferdinando ci ha mostrato e commentato, da par suo, riguardavano la distruzione e la follia del mondo talebano. Prima una bella foto di uno dei grandi Buddha di Bamiyan (che erano due enormi statue del Buddha scolpite da un gruppo religioso buddista nelle pareti di roccia della valle di Bamiyan, in Afghanistan, a circa 230 chilometri dalla capitale Kabul e ad un’altezza di circa 2500 metri; una delle due statue era alta 38 metri e risaliva a 1800 anni fa, l’altra era alta 53 metri ed aveva 1500 anni), e poi una foto di quello che oggi, dopo la furia iconoclasta dei talebani è rimasto: nulla…una grande nicchia vuota. Ma, ad aggiungere follia alla follia, in quest’ultima foto con sullo sfondo la nicchia vuota, privata della sua bellezza, ecco in campo medio tre donne, completamente private della loro femminilità, perché coperte da pesanti burka.
Continua a leggere l'articolo dopo il banner
Un finale che evidenziava, volutamente, un tremendo contrasto con quanto ci aveva raccontato sino a quel momento Ferdinando Caputi nella sua conferenza “Afghanistan archeologico nel ricordo di Alessandro Magno”, ovvero quanta ricchezza culturale ed artistica fosse scaturita dalle incredibili e pur sanguinose conquiste di Alessandro e del suo esercito. Perché se è vero che l’incredibile furore di conquista, che animava quel giovane condottiero, tanto da fargli compiere l’impresa incredibile di conquistare in una decina d’anni un immenso impero, che partendo dalla minuscola Macedonia comprendeva la Grecia, l’Egitto, l’Asia Minore e tutto l’impero Persiano, sino alle soglie dell’India, portò ad infinite battaglie ed immensi massacri di combattenti (e non solo), è tuttavia altrettanto vero che questa straordinaria impresa portò infine un frutto meraviglioso, fatto di pace e di sincretismo culturale, che oggi definiamo Ellenismo.
Eh sì, perché se a guardarlo sulla cartina ci si rende conto di quanto sia immenso questo territorio, di quanto sia incredibile l’impresa di Alessandro, pensiamo che dopo la conquista questo territorio venne pacificato, e divenne la culla di un pensiero estetico, filosofico e culturale che, attraverso una lingua comune, che era il greco, portò ad un sincretismo culturale e religioso, fatto di tolleranza e rispetto di tutte le religioni e di tutti le filosofie: un’ampiezza di pensiero davvero straordinario…e che immenso contrasto con l’assurdo mondo talebano a noi contemporaneo!
Di tutto questo ci ha narrato Ferdinando Caputi, presentandoci un breve ma acuto ritratto di Alessandro e del suo mondo…che era figlio di un grande Re macedone, Filippo II (che diceva di discendere da Ercole) e di una principessa albanese, Olimpiade (che diceva di discendere da Achille), ma che, per di più, era stato convinto dalla madre, che era donna di fascino stregonesco, di avere come vero padre addirittura lo stesso Zeus: e come si fa a non voler conquistare il mondo, con un simile retaggio!? Ma Ferdinando ci ha ricordato anche che, grazie alla lungimiranza culturale di Filippo, Alessandro ha avuto per tre anni come precettore l’immenso filosofo Aristotele, che in quei suoi insegnamenti ha molto probabilmente instillato in lui le idee culturali ampie e profonde che sono state alla base dei principi dell’ellenismo.
Quindi, per introdurci a quel mondo ellenistico, che ha prodotto infiniti capolavori artistici, Ferdinando Caputi ci ha mostrato le diapositive di oggetti bellissimi (che con la sua consueta, splendida ironia, ci ha promesso avrebbe messo poi in vendita subito dopo la conferenza!!), tutti trovati durante gli scavi archeologici in Afghanistan, splendidi esempi del sincretismo artistico dell’ellenismo. Abbiamo visto meravigliosi pendenti d’oro dedicati al culto dionisiaco, bracciali di straordinaria arte orafa nella forma di serpenti incrociati, splendide collane con pendenti in pietre preziose, un singolare fodero per pugnale ornato di croci uncinate (non certo perché di fattura nazista, ma perché la croce uncinata era simbolo solare fin dalla più remota antichità), e molte altre meraviglie, in un susseguirsi di oggettistica davvero raffinatissima. Ferdinando, con il suo solito, affascinante stile rapsodico, di cui vi ho parlato in un precedente articolo, ha però sapientemente alternato la presentazione degli oggetti che ci proponeva ad una miriade di notizie sugli scavi stessi, su Alessandro, sull’ellenismo, a tanto altro ancora, in un viaggio davvero colmo di un fascino arcano e meraviglioso.
Continua a leggere l'articolo dopo il banner
Però sono uscito dopo questa straordinaria conferenza con il pensiero un po’ malinconico di come quel mondo ellenistico, da noi ormai così lontano, fosse di fatto infinitamente migliore dell’attuale regime talebano, ora dominante in quei luoghi: viviamo in questo nuovo millennio un assurdo, incredibile sconvolgimento della civiltà. E dunque un grazie a Ferdinando Caputi che, mostrandoci le meraviglie dell’arte di quell’altra, antica civiltà, ci ha fatto anche riflettere su tutto questo.