Coldiretti Alessandria: “Giornata mondiale api: tre colture su quattro dipendono da questo insetto”

Alessandria – Il ciclo e la vita delle api, le proprietà e peculiarità dei diversi tipi di miele e, naturalmente, poter vedere da vicino, ovviamene in sicurezza, apiario e ape regina.
Nella Giornata mondiale delle api si è svolto a Felizzano, grazie alla partecipazione dell’azienda apistica di Campagna Amica “Miele di Ozzano” di Giuseppe Mortara, un laboratorio didattico dal titolo “Ciclo del miele e vita delle api” organizzato nell’ambito della “Mattinata Ecologica” promossa da Amag Ambiente, partner dell’iniziativa Coldiretti Alessandria.
L’area verde di piazza Aldo Moro per l’occasione si è trasformata in una grande aula all’aria aperta dove centinaia di alunni delle scuole “G.Pascoli” e “B.Realino” hanno interagito per scoprire tante curiosità sul mondo delle api e il ruolo insostituibile svolto da questo insetto.
“Tre colture alimentari su quattro, infatti, dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra cui le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. La situazione delle api nostrane rappresenta dunque un indicatore dello stato di salute dell’ambiente ma anche un campanello d’allarme delle eventuali criticità e difficoltà, che possono essere anticipate osservando attentamente la vita di questo insetto”.
In media una singola ape visita in genere circa 7000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di esplorazioni floreali per produrre un chilogrammo di miele. Un lavoro che genera un valore economico stimato in circa 153 miliardi di euro l’anno su scala mondiale, 22 miliardi su scala europea e 3 miliardi su scala nazionale, secondo stime Coldiretti.
La situazione della campagna 2022 nei circa 27.000 alveari presenti sul territorio della provincia di Alessandria sembra portare buona qualità e quantità, migliore dello scorso anno, specialmente per l’acacia, anche se negli alveari le alte temperature stressano le api limitando l’attività di raccolta del polline e aggravando una situazione che nell’ultimo anno ha visto dire addio a un vaso di miele italiano su tre proprio per effetto dei cambiamenti climatici, con sei eventi estremi al giorno tra siccità, incendi, bombe d’acqua e gelo che hanno compromesso pesantemente la vita nelle arnie.
“Grazie ad Amag per averci dato la possibilità di continuare questa collaborazione e  poter prendere parte ad un’iniziativa così importante per il territorio, che vede al centro le nuove generazioni, una progettualità che ha una rilevante valenza educativa, non solo ambientale ma anche culturale – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. L’ambiente non manca di metterci continuamente di fronte alle nostre responsabilità in qualità di punto di riferimento nella società. Gli eventi a cui assistiamo sottolineano la fragilità dell’uomo di fronte alle reazioni impreviste e imprevedibili della natura. Teniamo sempre ben presente quanto sostenuto da Albert Einstein secondo il quale se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.
Se la siccità penalizza le fioriture limitando la disponibilità del polline, il caldo incide sulla stessa attività delle api che riducono la produzione di miele. Il risultato delle bizzarrie climatiche è un raccolto Made in Italy al di sotto dei 12,5 milioni di chili, tra i più bassi degli ultimi decenni, mentre le importazioni di prodotto dall’estero sono ulteriormente aumentate in quantità del 22% nei primi due mesi del 2022, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, dopo che nel 2021 avevano raggiunto il valore di 24 milioni di chili (+15%).
Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti.
La parola Italia deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale (es. Miele italiano) mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue” indicando il nome dei Paesi (ad esempio, se viene da Italia e Ungheria sul barattolo dovrà esserci scritto Italia, Ungheria); se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue” con il nome dei Paesi, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, anche qui con l’indicazione dei nomi dei Paesi.
Consumiamo circa mezzo chilo di miele a testa all’anno, sotto la media europea che è di 600 grammi ma un terzo rispetto alla Germania.
Secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati del rapporto dell’Osservatorio nazionale miele in Italia ci sono 1,5 milioni di alveari curati da circa 73mila apicoltori dei quali oltre 2 su 3 sono hobbisti che producono per l’autoconsumo.
In crescita la presenza di giovani con le aziende apicole condotte da under 35 che sono aumentate del 17% negli ultimi cinque anni secondo un’analisi Coldiretti su dati Unioncamere.

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