Cultura: ad Asti i fatti, ad Alessandria le parole

Il Corriere della Sera di ieri, 6 gennaio, in un articolo nelle pagine culturali, ha presentato l’avvio del progetto di  un nuovo “network” dei Musei di Asti che raccoglie otto siti museali della città piemontese.
Il progetto nasce “con l’intenzione di creare un unico sistema museale”: “gli otto musei della città “sono stati di fatto connessi l’un l’altro all’interno di una trama che invita alla curiosità, allo svelamento, all’esplorazione delle ricchezze artistiche e storiche della città”.
Il paragone con Alessandria è, a dir poco, impietoso.
Gli ultimi grandi eventi organizzati ad Asti sono stati la mostra su Chagall, poi Monet e gli Impressionisti, mentre ora è in corso quella sui Macchiaioli.
Tutti eventi di respiro nazionale, se non internazionale, che hanno attirato in città migliaia di visitatori: alla faccia di chi dice che la cultura “non dà da mangiare”.
E ancora: quello di Asti è un progetto che “ha coinvolto l’intero ecosistema di comunicazione: social, cartellonistica, brochure per mostre ed eventi”, il tutto accomunato da un nuovo logo “per poter accogliere i turisti e i visitatori con un’immagine chiara e riconoscibile… aprendo così la strada a un percorso museale che sappia far scoprire fisicamente Asti”.
Idee, progettualità, fatti per fare della cultura anche uno strumento di promozione della città e del territorio.
E Alessandria?
Come sempre stiamo a guardare: la Cittadella, patrimonio unico a livello europeo, prosegue il suo lento degrado, del museo del cappello, altro sito che potrebbe avere un rilievo internazionale, non si hanno notizie, della ristrutturazione dell’ex chiesa di San Francesco abbiamo indiscrezioni vaghe e nebulose.
Per il resto solo iniziative marginali e difficoltà a reperire notizie in merito al poco (quando riesci a trovare le porte aperte) che viene offerto ai rari turisti.
Adesso dovrebbero arrivare 10 milioni per la ristrutturazione del Teatro Comunale, fatto che dovrebbe trasformare Alessandria un “hub culturale” come si è detto in questi giorni.
Quanto tempo si dovrà aspettare? Progetti, idee, tempi di realizzazione?
Il timore è che trascorreranno altri lustri perché si passi dalle parole ai fatti in quello che per ora non è altro che un hub in mezzo al nulla.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Print Friendly, PDF & Email