Quelle colline dove lo sguardo si perde: La Morra e il suo sublime paesaggio.

Qualche settimana fa ho potuto pubblicare un articolo, sempre in questa serie di “Splendido Piemonte” dedicato a Barolo e soprattutto al vino che porta questo nome, iniziava così: “Tornavo, dalla zona di Dogliani verso Alba: si attraversa in questo modo una delle zone collinari più belle del mondo: quella parte di Langa dove avrete sulla sinistra La Morra e sulla destra Barolo”…ecco: La Morra sulla sinistra è ben visibile su quella strada, perché è il punto più alto della zona, ed oggi, se vorrete seguirmi, vi porto ad ammirare il suo sublime paesaggio. In particolare questo freddo ma bellissimo paesaggio invernale, visto che a La Morra ci sono stato pochi giorni fa.

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Perché, diciamoci la verità, La Morra è un posto semplicemente magnifico…intanto per iniziare si possono acquistare, alla Cantina Comunale (quindi a prezzi assolutamente corretti e onesti), che è stata ricavata nei locali settecenteschi del palazzo dei Marchesi di Barolo, vini e grappe dalla qualità notevolissima, tra Barolo, Barbaresco e così via (di entrambi questi vini vi ho ampiamente parlato nei miei precedenti articoli su Neive e Barolo stesso).

Poi volendo, alla frazione Annunziata, si può raggiungere il complesso romanico-barocco dell’ex Convento Benedettino, dove nelle sue cantine è ospitato il Museo “Renato Ratti” dei Vini d’Alba, che val bene una visita, eccome! Poi ci sono un sacco di cose, torri e parrocchiali, confraternite ed enoteche, le passeggiate dove sorgevano le antiche mura…ma La Morra le mura le ha abbattute per farne case e sentieri, e già questo me la rende molto simpatica.

E poi, da quando, nel 2014, è entrata nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, capita che La Morra sia anche assalita da turbe di turisti che più che altro si precipitano nei suoi svariati e notevoli ristoranti. E fanno benissimo, dato che quello che si può mangiare lassù è davvero squisito, a volte indimenticabile (per non parlar del bere!). Non vi farò nomi di ristoranti, ma lasciatemi almeno citare alcuni dei piatti che, nel tempo, ho assaggiato e gustato, giusto per darvi l’idea: tajarin con la salsiccia e i porri (eravamo in 5 o 6 a tavola, si parlava di svariate cose…arrivato i piatti – tutti l’avevamo ordinata – siamo entrati in un silenzio che più che religioso definirei gustativo); pancia di maiale in crosta, che te la presentano e sembra un mattoncino e la guardi un po’ stupito, poi affondi la forchetta in una carne tenerissima che si scioglie in bocca…e lo stupore si trasforma in piacere!. Lascio come citazione finale un piatto indimenticabile: Risotto al barolo con crema al parmigiano tartufata e grattata di tartufo (in pratica vi servono un piccolo cratere vulcanico di risotto rosso porpora con al centro la lava, ovvero il formaggio fuso, con in aggiunta il tartufo: credetemi se vi dico che la presentazione è notevole…ma il gusto semplicemente sublime). E mi fermo qua ma potrei andare avanti parecchio. Dulcis in fundo, è il caso di dirlo, una gelateria dove potete gustare il gelato al Moscato (si, proprio il vino), che è semplicemente indimenticabile. Naturalmente tutti questi piatti e i mille altri che potrete assaggiare (o divorare, fate voi). E poi, i vini: perché anche il più piccolo di questi locali, il più semplice, avrà la sana sfrontatezza di presentarvi una carta dei vini fantastica: potrete bere, anzi, gustare, praticamente ogni più pregiato vino delle Langhe, dei Roeri, del Monferrato (ma non solo). Nel locale dove sono stato l’altro giorno, la carta dei vini (ora si legge tramite un QR-Code) proponeva solo come Nebbiolo una ventina di diverse cantine! Viene da citare Umberto eco: la vertigine della lista!

Ma voglio ricordarvi anche una festa straordinaria “Made in La Morra”: la “Mangialonga” di fine agosto: una camminata mangereccia lungo quattro chilometri di colline e vigneti…una vera festa popolare dove lo sport consiste nel gustare le tante prelibatezze di Langa, ovviamente, certo, accompagnate dai vini più pregiati e saporiti. Non vince chi arriva primo…la vera impresa è arrivarci, al traguardo! Che è una festa imitatissima in tanti luoghi, ma questa è la prima e l’originale! Purtroppo la 35esima edizione prevista nel 2021 è stata rimandata di un anno per i motivi che ben conosciamo.

E riprendiamo il concetto iniziale: perché La Morra è un posto magnifico, si, ma il suo panorama ancora di più: è una incredibile e straordinaria meraviglia…La prima volta che mi sono affacciato alla sua immensa visuale, non la dimenticherò mai, perché sono stato preda di mille emozioni, e ho sentito il senso di appartenere senza se e senza ma a quella vista fantasmagorica, a quella fuga di vigne, paesi, castelli, chiese e strade…e pochi giorni fa, tra la foschia a valle e il limpido sole di un giorno d’inverno, mi sono nuovamente affacciato a quel panorama, così bello che pare di catturare negli occhi i riflessi del mondo. Sfuggivano i contorni dei colli, in quell’ora pomeridiana, piena di un incanto che pareva sublimarsi nell’inverno della terra.

Il sole accarezzava i castelli e i paesi, tra le colline che s’intravvedono nella luce e nella foschia. Passava un falco che forse a lungo aveva predato i cieli di Langa: certo che in questa distesa di colline si può cedere alla sproporzione di una vista immensa…Forse si può percepire nello stesso tempo il deserto e la sua fecondità, in queste vigne ora spoglie e silenti, ma piene di promesse per la prossima primavera. Si resta a percorrere con lo sguardo il dipanarsi delle Langhe, come fosse un tappeto troppo lungo, tanto che lo sguardo tutto non lo abbraccia. Mi sono chiesto se possiamo di intendere la voce di queste colline…Forse nelle parole di Pavese che ci ha ricordato che «Le Langhe non si perdono». Magari, allora, riflettere che le Langhe non sono solo un paesaggio, bensì il segno profondo di immani fatiche di generazioni, di mani e braccia che hanno lavorato la terra per millenni, fino a diventarne parte integrante.

Mi sono infine appoggiato al muretto che circonda il belvedere, ed impedisce cadute, ma anche pare invitare ad allungare lo sguardo: mi sentivo sospeso sulla soglia di questo mondo, con i sensi intorpiditi dal sole d’inverno; gli occhi che si soffermavano su stormi di piccoli uccelli che inseguivano l’azzurro e le vigne. Per un momento, che pare infinito, la vita intera è catturata da rumori lontani, sperduti in un’immane visione invernale…poi occorre andarsene, scostarsi da lì…ma con la vita armata da un nuovo silenzio, a cercare di ritrovarne il filo…da seguire per non perdersi, per sempre, in questo panorama di La Morra, fra queste colline

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