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Cittadella di Alessandria, simbolo di un sistema decadente.

Quasi tutti gli alessandrini e molti di altre parti d’Italia, sanno che la Cittadella è uno dei pochi esempi rimasti, di grandiosa fortificazione permanente del XVIII secolo, una delle pochissime ancor oggi esistenti in Europa.

In Cittadella sono passati tutti gli eserciti più potenti d’Europa, spagnoli, francesi, austriaci, contendendosi lo strategico punto di difesa, importante snodo strategico militare, che Alessandria ha sempre ricoperto come ruolo.

La sua storia è intrisa di avvenimenti importanti dell’indipendentismo italiano, dovrebbe rappresentare oggi un punto di orgoglio e di volano per portare il nome di Alessandria, alla conoscenza di tutta Italia e concedetemi l’ardire, Europa.

Invece oggi giace in uno stato di agonia, che la sta portando a crollare, in tempi neppure molto dilatati, infatti, chi oggi entra dalla magnifica Porta Reale, può subito intuire in quale penoso stato versa la gloriosa struttura, ponendosi una sola domanda: Perché non è conservata e mantenuta, come meriterebbe?

Già perché la Cittadella sta crollando in molte parti della struttura e nessuno sembra preoccuparsene?

La competenza sulla Cittadella dal 2016, sono passate dall’Agenzia del Demanio, alla Sopraintendenza dei beni architettonici e paesaggistici, con il Comune di Alessandria che ha in uso solo la parte dove si trova il Palazzo del Governatore.

Nel 2012 con il censimento promosso dal FAI, la Cittadella diventa “luogo del cuore” fu visitata anche dal Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini e in seguito stanziati, nell’ambito del Piano Strategico Turismo e Cultura, 25 milioni di euro, resi subito disponibili per il recupero e la valorizzazione delle strutture della Cittadella alessandrina.

Bene, ma la realtà a oggi, nonostante i buoni propositi e i fondi che dovrebbero giacere come stanziamento, è che molte parti sono pericolanti, aggredite da una pianta infestante l’ailanto, che sgretola muri e tetti e al visitatore la struttura, appare più una vecchia cascina abbandonata, che non una nobile fortezza.

Ciò che più colpisce è la sensazione d’immobilismo e dimenticanza, che gli organi preposti alla tutela della fortezza, danno di loro, lasciando che la situazione scivoli verso un baratro, d’inesorabile crollo.

Perché non si usano i fondi che sono stati stanziati, non si avviano progetti per il recupero, le parti produttive e vitali di Alessandria, non smuovono mari e monti per salvare un bene, che potrebbe dare importanza e lustro alla città?

Forse solo per quel senso di menefreghismo tipico della zona, che porta a perdere tutto ciò che la storia di Alessandria ci ha tramandato, semplicemente ignorandola.

Mauro Morando

Categories: Cronaca
Redazione Alessandria24.com:
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