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Ogni foto racconta una delle storie che hanno animato la settima edizione di ALECOMICS, sabato 11 e domenica 12 settembre in Cittadella

Questo terzo videoclip con le fotografie è il resoconto finale delle due splendide giornate di ALECOMICS fatte di stile, desiderio e cultura, gli elementi che caratterizzano un evento importante, anzi il maggior evento di cultura e spettacolo che si organizza in Alessandria, che ha trovato nella Cittadella il suo alveo pressoché naturale, favorendo una fruizione composta, ordinata, divertente e seria che oltre a dimostrare che è possibile ospitare un gran numero di partecipanti, decine di migliaia, senza arrecare alcun disturbo sconsiderato, dove ognuno offre una buona immagine di sé alimentando forme di divertimento intelligenti, produttive, foriere d’altri eventi che , e purtroppo qui si vede l’unica pecca, si potrebbero organizzare nel corso dell’anno. I complimenti sono rivolti agli organizzatori, ma l’oggetto di questa riflessione è il pubblico, educato e collaborativo, in grado di ottenere quel risultato che in altre occasioni più o meno festaiole in realtà s’illudono di ottenere ovvero l’attenzione su di sé.

 

Un evento di opera di tipo installativo, legato ad una propria contingenza individuata nel motivo principale della sua esistenza, con una durata ben determinata ed a carattere intermittente perché replicata di anno in anno, benché potrebbe essere preceduta da moduli dislocati nel tempo e/o nello spazio. Sarebbe un buon modo per ampliare questa sua maggior forza, vera e propria sostanza su cui si basa la credibilità, rappresentata dall’offrire il sapere nell’agorà ideale, assolvendo così una funzione a cui hanno abdicato altre forme di partecipazione collettiva.

La piazza di Alecomics diventa spazio di aggregazione nel senso pieno di “creazioni di legami, funzione civile e di aggiornamento culturale, introducendo una nuova fase di comunicazione della cultura ed esprimendo una esigenza forte di “messa a sistema” della modalità di accesso alla cultura, chiedendo che sia continua, duratura. La presenza fisica dei relatori e dei disegnatori è significativa, non soltanto per autorevolezza e esibizione di capacità professionale, quanto nella loro significativa riconoscibilità e nella loro partecipazione ad occasioni di coinvolgimento.

Il bisogno profondo di relazione, di esser presente, come pure quello di protagonismo sono ampiamente condivisi con i partecipanti, di cui alcuni non si limitano ad una partecipazione “passiva” intervenendo secondo regole consolidate che tradotte nella comunicazione del sapere in parte già condiviso che si evolve in  trasferimento, nell’aggiornamento, dell’attivazione dell’impulso alla lettura, alla visione, alla ricerca (e non soltanto nel limite del mondo del fumetto o dell’animazione fantastica).

Hanno preso parte alle giornate chi ha inteso interessarsi compiutamente ai temi sviluppati, godendone tutte le sollecitazioni d’esperienza senza accontentarsi di mantenere soltanto un livello d’attrazione, dotandosi di strumenti operativi, l’uno che risponde ai criteri di legati al mondo del fumetto e dell’animazione e l’altro di carattere specificamente critico.

Eventi di questo genere svolgono un’azione positiva di tipo civile e per quanto concerne tutte le figure che vi prendono parte, quindi anche il pubblico (in apparenza passivo), si può notare una forma di protagonismo che deriva dall’esperienza di individualizzazione che caratterizza la vita contemporanea. L’elemento attrattivo che induce alla partecipazione di un tale evento è costituito dall’occasione di appropriazione di contenuti che avviene su una base decisamente variegata e dipende dai livelli di istruzione, dalle appartenenze e dalle provenienze culturali, dai percorsi di vita.

A tutto questo deve essere assommato anche un elemento tipico del nostro tempo ovvero il “volerci essere”, che proietta i partecipanti verso una dimensione che va ben oltre un semplice raduna di massa, facendo emergere un pubblico “individualizzato”, come folla profondamente frammentata.

Dall’evento il pubblico si attende che manifesti una sovrabbondanza (non ci si limita a singoli passaggi, desiderando ulteriori stimoli e informazioni), nel presupposto della sua inesauribilità con aspettativa di ripetizione, di prosecuzione, nonostante la sua immediata, inevitabile, annunciata cessazione; che comunque può esser differita dando senso di compiuto ai vai momenti da ricordare.

Come tutti gli altri festival culturali, anche Alecomics rappresentano una specie di ibrido fra il mecenatismo per l’offerta di eventi e l’instaurazione di un regime di industria culturale, considerando la vendita diretta o indiretta, le promozioni di autori e testi, ad esempio, senza dimenticare le grandi e benefiche ricadute economiche sul territorio circostante il luogo / i luoghi dell’evento. Per questi motivi il sostegno economico, finanziario, strutturale ai festival culturali, fra cui rientra a pieno titolo Alecomics, non è mai considerato disdicevole, non soltanto perché soccorre le ovvie necessità organizzative, ma anche perché permette di formulare offerte a basso costo di ingresso/partecipazione o addirittura gratuite. Inoltre, vige un principio di scambio fra offerta culturale e promozione della città, in pieno sostegno del principio del turismo culturale, sebbene occorra tener conto che il massimo risultato lo ottengono le città d’arte, essendo un grande valore aggiunto per i festival culturali la collocazione in luoghi storici o d’arte o comunque riconoscibili in questi ambiti.

 

Claudio Braggio:
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