Il prezioso ruolo dei Rievocatori in uniforme d’epoca (nell’intervento “La Storia è come la racconti” a Moleto il 12 giugno per ricordare Napoleone Bonaparte e non solo)
Pubblico numeroso e attento quello di sabato 12 giugno per l’incontro organizzato da Roberto Coaloa in occasione del bicentenario della morte di Napoleone Bonaparte, nell’ambito di un’azione patafisica – alla Alfred Jarry – per salvare il platano di Napoleone e le memorie storiche di Marengo, dalla Cittadella a villa Delavo, dall’Ossario alla cascina di Torre Garofoli (la seconda parte lunedì 14 giugno sotto il citato Platano, tutti in bicicletta, ed anche in Cittadella e naturalmente a Marengo); occasione collocata nell’ambito dell’ottava edizione di “Undicimila Verbi”(curata da Roberto Coaloa), rassegna di patafisica, letteratura, storia, cinema e filosofia nel buen retiro di Moleto, in Monferrato; primo evento 2021 questo approfondimento storico e culturale con interventi di Claudio Braggio, Roberto Coaloa, Mario Dagasso, Claudio Pasero, Giuseppe Varlotta, coordinati da Nicoletta Marini d’Armenia; senza dimenticare Bernard Glénat, da vent’anni protagonista della rinascita del piccolo borgo monferrino, e Luciano Zaniolo, libraio e titolare del Punto Einaudi di Alessandria (foto del convegno per gentile concessione di Antonella Startari).
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(estratto) Marengo è una fabbrica del ricordo, come lo sono tutti i raduni dei Rievocatori, un misto fra azione attoriale e ricerca storica e rappresentazione personale, calandosi in un personaggio minore. I Rievocatori non sono né veri, né falsi e neppure credono di essere l’una o l’altra cosa, ma semplicemente scelgono di essere riproduzione di un ricordo in cui sono presenti le stesse sbavature della memoria. Il ricordo, anche se non ci appartiene in prima persona, è un “qualcosa” che ci fa riflettere, esattamente come facciamo in uno specchio, dove non riconosciamo completamente la nostra immagine. Nello specchio l’immagine si presenta rovesciata, speculare, appunto, ma a cui diamo credito, sino al punto di varcare con leggerezza il confine tra immaginario e simbolico.
Che cosa fanno in concreto i Rievocatori? Raccontano una storia, che diventa importante non in quanto tale, ma proprio per come viene raccontata: ecco perché i migliori si dedicano con passione e puntigliosità alla ricerca storica, soprattutto a quelli degli elementi più minuti, quelli che vengono trascurati quando si narrano i fatti. Ricostruire aiuta a comprendere meglio, non fosse altro per vincere quella errata inclinazione a riportare gli accadimenti storici al nostro presente, esponendoci a giudizi errati e bizzarri che possono soltanto confondere le idee. I ricordi si raccontano anche se non vengono raccontati, perché nell’origine della parola c’è sempre un’immagine che disperatamente si tenta di riprodurre oralmente o per iscritto.
Questo è il rapporto che sussiste fra ricordo e narrazione, con la memoria a far da deposito, conservando in modo disordinato ad emersione casuale immagini, sensazioni, odori, intuizioni, rumori… il passato è una delle forme di quell’entità misteriosa che è il tempo ovvero qualcosa che scorre e quanti scrivono, raccontano, recitano, filmano, fotografano e, perché no, si immergono in un’epoca per riprodurne alcuni momenti sono egualmente attivi per afferrane un frammento e farcene dono. Mi pare sia buona cosa ringraziarli tutti quanti (—)
Roberto Coaloa ha tenuto una relazione su Marengo, i luoghi della memoria dimenticati, la musica, la tradizione popolare. Noto per aver trovato e tradotto per Feltrinelli il saggio di Lev Tolstoj Guerra e rivoluzione, Coaloa è docente all’Università Statale di Milano nel corso di Scienze delle comunicazioni, dove ha attivato un laboratorio di scrittura che è divenuto anche un blog. Storico, Agrégé d’Histoire a Parigi, occupandosi di storia dei paesi danubiani e dell’Europa orientale, è specialista degli Asburgo e della k.u.k. Kriegsmarine. Ha pubblicato saggi storici dedicati al Risorgimento, alla Grande guerra e ai viaggiatori dell’Ottocento, come Carlo Vidua.
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Mario Dagasso, per molto tempo attivo in Francia, è un grande collezionista di cimeli napoleonici, in particolare di medaglie. È il Presidente regionale per «Le Souvenir Napoléonien» di Piemonte e Valle d’Aosta. Dagasso, a Moleto, illustrerà le manifestazioni dedicate all’Imperatore nell’anno del bicentenario della morte. «Le Souvenir Napoléonien» è la società francese di storia napoleonica, fondata a Nizza nel 1937. Oggi rappresenta oltre 50 Paesi nel mondo e lavora per valorizzare i luoghi di Napoleone e di Napoleone III.
Nicoletta Marini d’Armenia è docente all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, dove insegna Storia del Mediterraneo moderno. Studiosa del periodo napoleonico, Marini d’Armenia ha collaborato all’edizione di Italia napoleonica. Dizionario critico (UTET 2011) e alla realizzazione della Mostra A passo di carica. Murat re di Napoli, tenutasi a Palazzo Reale di Napoli (maggio-ottobre 2015) in occasione del bicentenario della morte di Gioacchino Murat. È membro del Comitato scientifico e responsabile di redazione della «Rivista Europea di Studi Napoleonici e dell’età delle Restaurazioni» diretta da Thierry Lentz e Luigi Mascilli Migliorini, nonché membro del Comitato Scientifico e della Giunta esecutiva del Comitato per il Bicentenario Napoleonico (1821-2021).
Claudio Pasero ha mostrato alcune immagini del platano proponendo alcune idee per rendere accessibile i luoghi di Napoleone agli appassionati di ciclismo. La descrizione – attraverso le immagini – di un possibile itinerario “cicloturistico” sui luoghi di Napoleone nella piana di Marengo. Pasero è ciclonauta, topografo, iconofilo. Spiega Pasero: «Provo a presentarmi in modo sintetico con sole tre parole che descrivono le mie passioni principali: la pratica della fotografia, la storia delle arti visive, il linguaggio delle mappe e la filosofia della bicicletta. Ho presieduto per anni e faccio parte di una associazione che si occupa di mobilità sostenibile e di ambiente, insegno Storia dell’arte nelle scuole superiori, e viaggio in bicicletta quanto più possibile senza una meta, ma solo con una direzione».
Giuseppe Varlotta ha raccontato il film irrealizzato di Stanley Kubrick su Napoleone. Regista dei film Zoè e Oltre la nebbia. A Moleto, Varlotta, nel 2004 ha realizzato il cortometraggio Nanà, con attori come Felice Andreasi, Bebo Storti e la partecipazione straordinaria di Mario Monicelli. Nanà, nel 2005, ha vinto alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il “Premio Cinema Italiano” Cinecittà Holding – Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles – Menzione Speciale Artistica al MIFF. Varlotta è Presidente Associazione Kabiria (Asti) – Socio Fondatore Kabiria Films s.r.l (Asti) – Socio Fondatore Kira Films sagl Lugano.
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