Consegnata al Senato una proposta di Riforma del Lavoro nello Spettacolo elaborata dagli artisti del “Parlamento Culturale Permanente” in Milano

Una proposta di Riforma del Lavoro nello Spettacolo è stata elaborata dal “Parlamento Culturale Permanente” costituito all’interno del Piccolo Teatro Aperto di via Rovello a Milano, lavoratrici e lavoratori che da sabato 27marzo 2021 animano un’occupazione simbolica che segnala la grave crisi in cui versa l’intero mondo dello spettacolo, non soltanto a causa della pandemia che pure ha complicato la situazione occupazionale e quella dell’offerta culturale. Il coordinamento spettacolo della Lombardia ha coinvolto nella redazione della proposta coordinamenti regionali, gruppi operatori del settore, piccole e grandi compagnie, teatri, imprese e singoli, considerando comunque di allargare l’iniziativa anche ad altre realtà. Un primo, decisamente significativo passo è stato compiuto venerdì 30 aprile, con la convocazione in audizione del Parlamento Italiano, con particolare riferimento ai parlamentari della VII Commissione Cultura del Senato e della VII Commissione Cultura della Camera, per la consegna della “PROPOSTA DI RIFORMA DEL LAVORO NELLO SPETTACOLO” che è stata concretamente affidata al Sen. Roberto Rampi, relatore della VII Commissione Cultura del Senato, presenti Ottavia Piccolo, Marco Baliani, Ascanio Celestini, Moni Ovadia, Maura Gancitano e altri ancora.

Gli sviluppi dell’iniziativa si possono seguire su Facebook al link https://www.facebook.com/Coordinamentospettacololombardia

Il testo integrale è disponibile all’indirizzo

www.coordinamentospettacololombardia.it/riforma.pdf

La sintesi dei punti fondamentali della Proposta di Riforma del Lavoro nello Spettacolo:

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  1. Riconoscimento per tutte le persone che lavorano nello spettacolo, con contratto subordinato o autonomo, della figura della lavoratrice e del lavoratore discontinua/o dello spettacolo,attraverso una riforma fiscale e previdenziale grazie alla quale avvenga sempre il collocamento in via esclusiva nel Fondo pensione lavoratori dello spettacolo (F.p.l.s.), si migliorino tutele e prestazioni sociali e previdenziali (indennità di malattia, disoccupazione, infortunio, maternità, paternità, congedi, assegni familiari, lavori usuranti, etc) e si ristabiliscano requisiti consoni per il raggiungimento della pensione.
  2. Creazione di uno Sportello Virtuale, all’interno del sito Inps sezione F.p.l.s., che rappresenti lo Strumento Ordinario per la semplificazione delle pratiche di assunzione diretta del lavoratare, permettendo anche ai singoli cittadini, alle imprese che non abbiano come attività primaria lo spettacolo e gli eventi, agli enti pubblici e alla Pubblica Amministrazione, quindi tutti i soggetti non iscritti alla gestione ex-Enpals, di versare i contributi nel F.p.l.s qualora si avvalgano della prestazione di lavoratori ad esso iscritti.
  3. Istituzione di un Reddito di Continuità che, riconoscendo il carattere discontinuo del lavoro nello spettacolo, introduca un sostegno compensativo per i periodi di inoccupazione, adeguato al costo della vita e calcolato in base a requisiti legati al numero delle giornate lavorative maturate nel F.p.l.s. e al reddito del lavoratore (43 giorni negli ultimi 12 mesi o, in caso di non raggiungimento, 90 giorni negli ultimi 36 mesi, entro il limite di 40.000 € di reddito lordo nell’anno fiscale precedente).
  4. Favorire politiche del lavoro secondo il principio della Responsabilità Occupazionale: grazie alla corretta collocazione nel F.p.l.s del lavoratore in assunzione diretta e a misure di sgravi fiscali proporzionali per le imprese più virtuose, oltre ad aumentare il gettito contributivo nella cassa di riferimento, verrebbe garantito un maggior benessere dei lavoratori grazie al raggiungimento delle tutele, rilanciando qualitativamente il settore dello spettacolo.
  5. Modifica dell’attuale sistema del lavoro autonomo nello spettacolo, con un riordino normativo e fiscale studiato ad hoc, tenendo conto delle peculiarità uniche del lavoro nel settore. Partendo dal presupposto che la natura del lavoro nello spettacolo è quasi sempre subordinata, in quanto compresa all’interno di un processo produttivo che implica il coordinamento, la compresenza e il rispetto di una organizzazione con altre parti, quando così non fosse il ricorso alla partita iva deve essere una scelta e non una imposizione.
  6. Una normativa che inquadri al più presto sia professionalmente che fiscalmente la posizione della formatrice e del formatore delle Arti e delle Tecniche dello Spettacolo, attraverso l’istituzione di un nuovo codice di qualifica IVS nel F.p.l.s./Inps. È altresì necessario l’aggiornamento e il riordino di tutti i codici IVS all’interno dello stesso Fondo.
  7. Attivazione, in tempi brevi, dell’Osservatorio Nazionale e degli Osservatori Regionali, per monitorare e analizzare le dinamiche dell’intero settore in ambito produttivo, formativo, legislativo, occupazionale e contrattuale, nonché per l’attivazione di corretti studi di categoria a fini giuridici.
  8. Attivazione al più presto della Commissione per le Pari Opportunità, mettendo in atto misure che permettano di raggiungere un equilibrio di rappresentanza di generein ogni settore delle Arti dello Spettacolo.
  9. Rimodulazione dei criteri di erogazione e accessibilità dei fondi FUS secondo una logica di pluralismo, trasparenza e reale controllo, che tenga conto di una diminuzione netta dei requisiti minimi per facilitare l’accesso alle “prime istanze” e per le realtà che riescano a garantire la ridistribuzione dei fondi pubblici sul territorio, instaurando buone pratiche di circuitazione di produzioni non solo proprie, a tutela di equità, vivacità d’offerta e salvaguardia culturale.
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