Ora Conte decide anche per la Chiesa: “Il Natale non si deve celebrare in tanti”

ROMA – Probabilmente Giuseppe Conte non si accontenta più di fare il Premier. E così ha deciso di promuoversi a guida suprema dei cattolici italiani spiegando cosa sia il Natale.

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Il Natale non lo dobbiamo identificare solo con lo shopping, fare regali e dare un impulso all’economia. Natale, a prescindere dalla fede religiosa, è senz’altro anche un momento di raccoglimento spirituale. E il raccoglimento spirituale non viene bene farlo con tante persone”. Sono parole dette in collegamento alla tre giorni della CGIL “Futura: lavoro, ambiente, innovazione”.

Ovviamente non sono mancate le giuste polemiche. Il primo a ridire sull’uscita del Premier è Giorgio Mulè di Forza Italia. “Invece di fare da padre spirituale agli italiani – ha dichiarato – pensasse a fare il presidente del Consiglio dell’Italia. Già abbiamo dovuto sopportare le sparate a mezzo stampa su pranzi natalizi non affollati o solo con parenti di primo grado (quindi fratelli/sorelle esclusi), oggi raggiungiamo davvero il colmo dei colmi”.

Dello stesso avviso Anna Maria Bernini. “Non bastava la improbabile letterina al premier diffusa da Palazzo Chigi di un bimbo preoccupato per la mobilità di Babbo Natale – ha detto  -: Conte si è anche premurato di dire agli italiani che il Natale deve costituire non solo un’occasione di fare regali, ma anche di raccoglimento spirituale, per cui è meglio trascorrerlo con poche persone. Si tratta di un’uscita doppiamente inopportuna perché l’Italia non è uno Stato confessionale in cui l’autorità costituita ci può indicare come vivere le festività religiose”.

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