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Dott. Pier Luigi Garavelli, infettivologo: cosa bisognava fare

Ospitiamo, come ormai piacevole consuetudine, alcune acute e provocatorie considerazioni del Dott. Pietro Luigi Garavelli, alessandrino,  primario di Malattie Infettive all’ospedale universitario “Maggiore della Carità” di Novara.

Poche settimane dopo la comparsa di Covid si conosceva già molto, essendoci le pubblicazioni su Riviste Internazionali.
Si era in presenza di un virus a mediocre mortalità ( circa 1% ), di una certa gravità ( circa 10% ) e soprattutto di grande contagiosità, inferiore solo a morbillo, varicella e ebola. Era l’ impatto numerico, importantissimo, dei contagi a spaventare . Diversi farmaci antivirali aspecifici erano stati sperimentati da Avigan a Tamiflu, i migliori essendo Plaquenil e Remdesivir .
Per le sue caratteristiche di virus a RNA scarsamente immunizzante e dove l’ immunità umorale non pare essere così determinante, sul vaccino non era troppo da investire . Infine i Coronaviridae non resistono in generale al clima caldo e tendono ad implodere . Questo è quanto si sapeva, da semplice lettura delle Pubblicazioni.
Nel Mondo e soprattutto in Italia si è ragionato sui numeri e sul un Sistema Sanitario disastrato e di fronte a potenziali decine di milioni di contagiati, qualche milione di malato pure da ospedalizzare e alcune centinaia di migliaia di morti si è praticato il lockdown, diluendo l’ impatto sui nosocomi, che altrimenti sarebbero crollati, sperando che la bella stagione avrebbe risolto il problema. Queste cose, note agli addetti ai lavori, dovevano essere raccontate … a gente matura forse si, al popolo edonista ed immaturo italiano, si è deciso no.
Poi è arrivata l’ estate con la stagione turistica da salvare. La trasmissione del virus si è ridotta. E sono comparsi i Negazionisti, passi per i Politici ignoranti, ma certi Colleghi … Ma se Covid non fosse scomparso è chiaro che sarebbe ripreso non appena il clima sarebbe diventato propizio, una sorta di legge del tutto o nulla. Ma nel frattempo non solo non si è fatto nulla, tranne i grotteschi banchi a rotelle, ma si sono resi di difficile accesso i farmaci antivirali puntando ossessivamente sulla vaccinazione per Covid e non avendo l’ antinfluenzale in quantità sufficiente! Non sorprende quindi la risalita dei contagi, ampiamente prevedibile, come i nuovi lockdown di Politici ignoranti, ormai nel panico.
Ma i Tecnici dove sono sempre? Sicuramente ad ubbidire alle pubblicazioni dell’ OMS … Ma una valutazione critica con gli altri lavori, visto che a Ginevra paiono a loro volta imballati?
Ovviamente il popolo continua ad essere tenuto all’ oscuro della dimensione del problema e lo si seda con la speranza del vaccino. Un gioco è bello finché dura poco.
Prima o poi la malattia che avanza e non potrà essere altrimenti per il clima a lungo favorevole, l’ assenza di cure domiciliari, gli ospedali collassati, i risvolti psichici, sociali ed economici dei prossimi mini o maxi lockdown temo provocheranno rancore diffuso nella popolazione, ove una piccola scintilla potrebbe essere foriera di gravi disordini.
Bastava raccontare mesi fa che si era in presenza di una sorta di nuova influenza non grave per le manifestazioni cliniche e la mortalità, ma per la diffusibilità e quindi i grandi numeri e che certe cure avevano una qualche efficacia. Una ragione sarebbe stata fatta. I nostri Nonni passarono tra Due Guerre Mondiali, la Spagnola e la Crisi del ’29.
Ma deliberatamente non è stato fatto col rischio di indurre a breve sommovimenti sociali. E che il lavoro del Politico possa essere molto, molto, pericoloso … aggiungendo anche tecnici e, perché no, giornalisti compiacenti!

Categories: Salute
Redazione Alessandria24.com:
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