4 Novembre: onore ai 300.000 italiani emigrati all’estero che tornarono in Italia per combattere nella Prima Guerra Mondiale
4 Novembre: 300.000 italiani emigrati all’estero tornarono in Italia per combattere nella Prima Guerra Mondiale.
Onoriamo anche il loro sacrificio!
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Oltre 300.000 italiani che, da periodi più o meno lunghi vivevano in ogni parte del mondo (o che addirittura erano nati fuori d’Italia), nel periodo dal 24 Maggio del 1915 al 4 Novembre del 1918, risposero alla chiamata alle armi, per partecipare, nelle file del Regio esercito Italiano alla prima Guerra Mondiale.
Queste le cifre ufficiali che ci dicono come persone che erano partite dall’Italia in massima parte per sfuggire a misere condizioni di vita e si erano stabilite in paesi stranieri dove avevano conseguito, a prezzo di immani sacrifici e spesso di pesanti discriminazioni, migliori condizioni di vita, decisero di riattraversare gli Oceani e ritornare in Patria, per rispondere alla chiamata alle armi.
Certo, a fronte del 1.100.000 di obbligati alla leva che si trovavano all’estero(sempre secondo le cifre ufficiali), il numero di 300.000 può sembrare irrisorio, ma si deve tenere conto di un fatto fondamentale: le sanzioni per i cosiddetti “renitenti alla leva” che si trovavano all’estero, erano in effetti poco più che formali (come tutti ben sapevano), in quanto di anno in anno venivano varati nei loro confronti veri e propri provvedimenti di “amnistia”.
Sicche’ questi 300.000 vanno considerati tutti dei veri e propri “volontari” che, pur potendo, con poco rischio, rimanere comodamente a lavorare tranquillamente nei Paesi di nuovo insediamento, scelsero di tornare in Patria, per indossare la divisa e combattere, in quella che veniva prospettata come la “Quarta Guerra d’Indipendenza”.
Quanti di questi 300.000, persero la vita o furono feriti o rimasero mutilati e quanti conseguirono Onorificenze al Valore non è dato sapere, per la difficoltà dai soli dati anagrafici, di individuare lo “status” di emigrato.
Sicuramente sulle scelte di questi nostri compatrioti influirono le pressioni e la propaganda posta in campo dalle Autorità Consolari Italiane, ma non dobbiamo dimenticare la forte propaganda contraria alla guerra, posta in essere dai vari circoli socialisti e anarchici (presenti soprattutto ne Nord America, in Francia e in Svizzera) che svolsero una campagna altrettanto capillare e determinata. In molti di essi l’Amor di Patria, la necessità di completare l’Unità Nazionale, erano valori ai quali erano stati educati in famiglia e che non avevano dimenticato; e il ricordo degli avvenimenti Risorgimentali era ancora vivo (Riflettiamo a tale proposito sulle numerose e cospicue raccolte di fondi effettuate tra i connazionali all’estero per sostenere lo sforzo bellico dell’Italia, documentate dalla Stampa Italiana all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, in Brasile e in Argentina).
Nessuno nasce eroe o con la voglia di combattere: se puo’ evitarlo, con poca fatica e poco rischio, non c’è propaganda che può convincere del contrario, tanto più se, comunque nel nuovo paese in cui ti sei trasferito hai trovato condizioni di vita migliori e soprattutto migliori prospettive per l’avvenire.
Per questo sembra giusto, in vista della ricorrenza del 4 Novembre (fine della 1* Guerra Mondiale), Giornata Nazionale delle Forze Armate e dell’Unità d’Italia, ricordare e rendere omaggio a questi trecentomila compatrioti che dall’estero ritornarono volontariamente in Italia, non per un obbligo di legge, ma per compiere un sacro dovere: la Difesa della Patria.
Aldo Rovito*
*Presidente Associazione Culturale “Identità Italiana – Italiani all’estero”