Chiara Appendino condannata a sei mesi per falso in atto pubblico.

TORINO – La notizia è di quelle destinate ad infiammare il dibattito politico non solo piemontese, ma a livello nazionale.
La sindaca di Torino Chiara Appendino è stata condannata a sei mesi per falso in atto pubblico (in relazione al bilancio 2016) e assolta per il reato di abuso d’ufficio.

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«Non mi dimetto da sindaca di Torino, ma mi autosospendo dal Movimento 5 Stelle come previsto dal codice etico», il commento del sindaco di Torino.

Il processo nel quale era imputata è quello denominato Ream: riguarda un debito fuori bilancio non inscritto nei rendiconti di Palazzo Civico del 2016 e del 2017. I procuratori aggiunti Enrica Gabetta e Marco Gianoglio avevano chiesto per la prima cittadina una condanna a un anno e due mesi di reclusione.

Chiara Appendino, difesa dagli avvocati Luigi Chiappero e Luigi Giuliano, ha scelto di essere giudicata con rito abbreviato (quello che consente uno sconto di pena sino a un terzo), sostenendo di aver sempre agito nell’interesse della città.

Ovviamente si tratta del primo grado di giudizio (e i difensori non mancheranno di presentare appello) ed il primo cittadino di Torino non può essere considerata colpevole finché la sentenza non sia passata in giudicato.

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