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AleComics 2020 ovvero Cosplayers come unica e buona occasione di rilancio turistico di Alessandria

La Cittadella di Alessandria sarà animata nel fine settimana del 12 e 13 settembre grazie alla sesta edizione di ALEcomics – Festival del Fumetto grazie alla tenacia dei componenti dell’omonima associazione, che anno dopo anno hanno saputo offrire non soltanto novità, ma anche una capacità organizzativa in grado di garantire un successo crescente misurabile anche coll’aumento di partecipanti e pubblico. “ALEcomics c’è!”, questo lo slogan scelto per una nuova impresa che vede come partner qualificanti il Comune di Alessandria, la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria ed Amag Ambiente, con contributi concreti.

 Cosplay è frutto della commistione tra le parole inglesi “costume” e “play(“gioco” ovvero “interpretazione”), con cui si indica la pratica di indossare un costume rappresentando un personaggio riconoscibile, per quanto possa essere di fantasia, interpretandone il modo di agire.

In genere ci si riferisce al mondo dei cartoni animati, dei fumetti o dei videogiochi, ma naturalmente non è escluso il cinema, ed i costumi tendono ad essere buone o addirittura perfette riproduzioni, possibilmente corredato dagli stessi accessori e/o armi, al fine di potersi definire Cosplayer.

Difficile risalire alle origini di questo fenomeno, ma i primi appassionati hanno cominciato ad organizzare i raduni negli anni Settanta soprattutto in Giappone e negli Stati Uniti, in genere a latere delle fiere di fumetti.

I costumi si possono anche acquistare, far fare su misura ovvero noleggiare, perché il divertimento principale consiste nell’interpretare il personaggio scelto, limitandosi ad assumere gli atteggiamenti peculiari o addirittura a rievocare talune azioni, sempre per la gioia di fotografi e operatori video essendo i Cosplayer sempre ben disponibili.

Pensare che si tratti soltanto di un gioco o dell’immersione un poco del travestimento è riduttivo e non aiuta a comprendere la scelta di essere un personaggio, per quanto il porre l’accento su “play” (parola usata sia per gioco, sia per recitazione) conduce decisamente verso l’immedesimazione, quella che è propria delle migliori tecniche adottate dagli attori (da Talma, a Stanislavski, a Strasberg…).

Insomma, sono veri e propri appassionati e profondi conoscitori del contesto in cui hanno scelto di operare, che hanno scelto un personaggio, una storia e li rendono vivi per alcune ore.

Un fatto culturale, da cui naturalmente non è estraneo il mercato, tant’è che oltre alle potenzialità del fenomeno in termini di prodotti direttamente correlati, negozi specializzati o siti web che producono e vendono costumi e accessori, esiste un indotto costituito da internet forum di discussione, siti web specializzati, locali che accolgono Cosplayer.

Soprattutto ci sono i grandi raduni, come quello nella Cittadella di Alessandria i prossimi sabato 12 e domenica 13 settembre 2020, pressoché sempre collegati con la filiera del fumetto, che alimentano in modo consistente l’industria del turismo.

Quindi l’abito è fondamentale, tant’è che coincide con tutti i concetti di “costume”, tanto quello legato all’indumento che si indossa in particolari occasioni, quanto il comportamento sociale

Per chiarir meglio, la parola “costume” deriva dal latino volgare costume(n), latino classico consuetudine(m) che a sua volta è derivata da consuìtus, participio passato di consuescere, cioè “abituarsi”.

Nel felice connubio con la parola “recitare”, derivata dal latino recitare, composta da re- (con valore intensivo) e citare “chiamare”, in seguito anche “leggere ad alta voce” (per questo non è affatto esclusivo l’uso della parola nella recitazione).

Claudio Braggio:
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