Carlo Ferrario: “Tavernelli e Severini fanno capire quanto Ramondino sia al centro del progetto Derthona”

La stagione del basket, ormai, è conclusa e si procede a passi molto veloci verso la prossima. Ne abbiamo parlato con il giornalista Carlo Ferrario, volto storico di SportItalia e giornalista di Dailybasket e di Basket Magazine.

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La stagione appena conclusa si è chiusa in un modo strano: a differenza del calcio, non è stato assegnato alcun titolo. Secondo te, come mai questa differenza tra due sport che smuovono milioni di euro?

La scelta di non assegnare alcun titolo forse riguarda proprio il giro di affari generato dal singolo sport. Il calcio, in Italia, non ha rivali nemmeno sotto questo punto di vista. Non si sarebbe trattato di uno scandalo se fosse successo l’esatto opposto, con uno scudetto assegnato in Serie A e le promozioni dalla A2. Di sicuro siamo di fronte ad una decisione da prendere che spacca l’opinione delle società e degli addetti ai lavori, ma è decisamente strano non vedere titoli assegnati. Ciò che è successo, e mi riferisco non solo all’aspetto sportivo, rappresenta qualcosa di straordinario, nel senso che di ordinario c’è stato ben poco. L’augurio è che il movimento non ne risenta in modo troppo pesante e per quello che stiamo vedendo c’è tanta voglia di riprendere”.

Passiamo al Derthona. Come reputi la rosa che stanno allestendo per questa stagione? E perché?

Tortona ha dato, innanzitutto, fiducia a Marco Ramondino. Questo implica l’allestimento di un roster che rispecchi le peculiarità di cui lo stesso Ramondino necessita. Ruoli ben definiti, grande disciplina, esperienza che guidi gli elementi più giovani dell’organico. Jalen Cannon è un’assicurazione sulla vita in Serie A2, i rinnovi di giocatori come Tavernelli e Severini fanno capire quanto Ramondino sia al centro del progetto Derthona, dando così continuità ad un lavoro cominciato nella passata stagione. Ambrosin è una bella scommessa e un segnale un po’ per tutti i giocatori, perché il duro lavoro paga e salire di livello e di categoria in breve tempo è assolutamente possibile”.

A livello nazionale, quale squadra, a tuo avviso, ha la rosa ideale per la promozione in A1 e perché?

I roster devono ancora definirsi, ma una forma la stanno prendendo senza dubbio. Mi impressionano Napoli e Scafati, mi intriga tantissimo la giovane Ravenna, mi incuriosisce Ferrara. Sarà importante capire dove potrà arrivare Verona, perché la voglia di levarsi di dosso l’etichetta di eterna incompiuta comincia ad essere davvero tanta, forse troppa. È un discorso che dovremmo affrontare tra circa un mese abbondante, perché potremmo vantare una situazione roster più definita, ma se devo parlarti delle impressioni che ho in questo momento, Scafati e Napoli “rischiano” di fare una grandissima stagione nel caso in cui dovessero trovare una quadra in breve tempo”.

Ritieni che la prossima stagione sia ancora condizionata dallemergenza sanitaria e quindi ci saranno meno spettatori a seguire le squadre?

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Bella domanda. Si vive alla giornata sotto questo aspetto, perché si attendono sempre le indicazioni a livello nazionale per comprendere se sia opportuno o meno fare un passo avanti verso la ripresa. Poi ovviamente incide la questione riguardante il pubblico, e anche qui non si è ancora capito se la stagione inizierà a porte chiuse o se si attenderà di poter ospitare il pubblico fin dalla prima palla a due. Ovviamente serve qualche garanzia in più per i giocatori e i componenti dello staff tecnico, perché non si può essere in balia di una pandemia che rischia di tornare a modificare le nostre vite. Sembra banale dirlo, ma bisogna essere pronti a tutto, munendosi di pazienza e di regole che sono cambiate, e che possono ancora cambiate. Il basket vero manca a tutti, ma per tornare a vederlo ogni settimana sono necessarie le condizioni adatte affinché non salti il sistema, con conseguenze disastrose”.

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