L’anno scolastico si avvia alla conclusione. Questo anno, però, sarà ricordato per essere uno dei più brevi mai esistiti e, soprattutto, con l’esame di maturità più snello e semplice della storia. Ne abbiamo parlato con Carlo Emanuele Morando, coordinatore regionale Studenti Lega Piemonte.
“Noi da sempre siamo per premiare il merito – spiega Carlo Emanuele Morando -. Esami snelli, assenze di bocciature e altre proposte semplificative contribuiscono a rendere l’esame 2020 una farsa. È irrispettoso nei confronti degli studenti meritevoli, che per cinque anni si sono impegnati, ed eccessivamente premiante per chi invece sarebbe andato incontro a bocciature o a voti bassi. Come Studenti Lega Piemonte avevamo proposto di sostituire le due prove scritte con il test Invalsi: una prova completa, rapida e oggettiva, corretta dai computer, quindi senza aggravio di lavoro per gli insegnanti. Questo tipo di test è l’unico che realmente premia il merito e impedisce le soggettività della commissione d’esame, perché è uguale per tutte le regioni italiane, e guarda all’Europa parametrandosi ai dati OCSE.”.
Una delle ipotesi formulate dal Ministro dell’Istruzione è quella di far tornare in aula i ragazzi solamente per l’ultimo giorno di scuola. Un’ipotesi, questa, che per Morando è totalmente inutile. “È perfettamente inutile un rientro a scuola che non sia per fare lezione – prosegue -. Il ministro Azzolina non avrà medagliette da appuntarsi al petto. In Piemonte, a Borgosesia (VC), il sindaco leghista on. Paolo Tiramani ha promosso una sperimentazione con alunni in classe che ha dato esito positivo. Le passerelle e le iniziative rivolte ai media della Azzolina danneggiano gli studenti”.
I giovani della Lega in questo periodo sono stati molto critici nei confronti del Ministro dell’Istruzione. “Abbiamo affisso decine di striscioni in tutta Italia – continua Morando –. Il ministero della Azzolina si è distinto per una assenza di conoscenza della materia, per le continue indecisioni e i passi indietro e per un ritardo complessivo nel mettere i campo gli strumenti con cui affrontare la serrata e il lock-down. Un fallimento su tutta la linea di un ministro che è chiara emanazione del Movimento 5 Stelle, il che ci dice anche che l’idea di gestione dell’istruzione del suo partito è estremamente nebulosa”.
Per il giovane politico piemontese, però, a non aver agito nel modo corretto non è stato solo il Ministro dell’Istruzione ma l’intero Governo. “In questo grave momento – conclude Carlo Emanuele Morando – più che in altri sono emersi con chiarezza i limiti di questo Governo, che ha agito senza il consenso del popolo, si è mossa senza autorevolezza sul piano internazionale ed è stato capace solamente di rimpinguare le tasche dei 450 sedicenti esperti con cui speravano di trovare soluzioni ai problemi. L’unico modello che ha funzionato è quello del Veneto, dove il leghista Luca Zaia ha agito in completa autonomia rispetto allo Stato centrale e i risultati si sono visti. Nel breve auspichiamo un ritorno alle urne per consentire a questo Paese di scegliere la propria maggioranza di governo, cosa che dall’ultimo governo Berlusconi non ci è più stata concessa. Grazie a incompetenza, incocludenza e inconsistenza di questa compagine governativa in Europa contiamo meno di zero e sul piano interno assistiamo ad un braccio di ferro tra governo e Regioni. Intanto i partiti che godono della maggioranza dei consensi degli italiani sono relegati all’opposizione. Serve un cambio di passo, nei prossimi mesi un ruolo centrale lo giocherà il Presidente della Repubblica”.