I luoghi del cuore FAI: votiamo l’ospedale e la chiesa di Ignazio Gardella!

I Luoghi del Cuore è una campagna nazionale per i luoghi italiani da non dimenticare, promossa dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
È il più importante progetto italiano di sensibilizzazione sul valore del nostro patrimonio che permette ai cittadini di segnalare al FAI attraverso un censimento biennale i luoghi da non dimenticare.
Dopo il censimento il FAI sostiene una selezione di progetti promossi dai territori a favore dei luoghi che hanno raggiunto una soglia minima di voti.
Che cosa sono i Luoghi del Cuore? E’ come se infinite piccole fiammelle venissero accese nelle città, nei paesi aggrappati alle colline, lungo le frastagliate coste, attraverso le pianure, in mezzo agli alberi dei boschi, lungo i fiumi…sono quei luoghi che gli uomini hanno amato, vissuto, intravisto, sognato, con nostalgia ricordato. – Giulia Maria Mozzoni Crespi
Nel 2020 il FAI festeggia la decima edizione del censimento.

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Per Alessandria, che in passato ha già ottenuto il riconoscimento per la Cittadella, quest’anno è candidato l’Ospedale con la chiesa di Ignazio Gardella all’interno del Centro Riabilitativo Borsalino. Abbiamo tempo per votare fino al 15 dicembre 2020.

In Alessandria, il parco annesso all’ex sanatorio antitubercolare Vittorio Emanuele III, ora Centro Riabilitativo Polifunzionale Teresio Borsalino, custodisce un edificio “prezioso”, un precoce esempio di architettura razionalista. Il cantiere del sanatorio si dipana negli anni venti del Novecento e assiste a un forzato passaggio di testimone tra il padre Arnaldo Gardella (progettista dell’intero complesso con il collega di studio Luigi Martini), e il giovane figlio Ignazio. La morte prematura del padre costringe il futuro ingegnere a subentrare nello studio di progettazione paterno e a cimentarsi con i primi progetti. Il primo incarico arriva all’interno del complesso del sanatorio: la piccola chiesa deve l’impianto planivolumetrico al progetto di Arnaldo Gardella, ma Ignazio la plasma secondo un lessico innovativo, intriso di riferimenti internazionali e che si discosta, senza rinnegarlo, dal codice novecentista paterno. Sono anni di grande dibattito sul futuro della cultura architettonica in un momento storico cruciale: le nuove generazioni reclamano un ruolo da protagonisti nell’architettura italiana ed europea e vorrebbero estromettere i “maestri” accusati di essere troppo legati a lessici tradizionali e poco inclini all’uso dei materiali più moderni quali il cemento armato. Nel complesso del sanatorio l’incontro/scontro tra le due generazioni si materializza nelle architetture progettate dal padre, con Martini, e portate a conclusione dal giovane figlio. La piccola chiesa è caratterizzata da una rigida simmetria mirata a tenere separati gli uomini dalle donne, nel rispetto della normativa dell’epoca: due distinti ingressi portano all’interno, dove un massiccio muro suddivide longitudinalmente la navata. Insolitamente, la planimetria è contraddistinta dai muri perimetrali che convergono verso la zona presbiteriale dove il muro absidale presenta dei “tagli” nella muratura a introdurre suggestive lame di luce. L’altare è illuminato zenitalmente da un lucernario circolare. Il lessico adottato riassume gli stilemi razionalisti: la copertura è piana e priva di cornicioni, il deambulatorio che ricalca la zona absidale si poggia su esili colonnine con struttura metallica, i prospetti, denudati completamente da qualsiasi elemento decorativo aggiunto, trovano nel candore dell’intonaco, l’elemento maggiormente caratteristico. Ma è la torre campanaria l’elemento che maggiormente caratterizza l’edificio e che denuncia, in maniera forte e perentoria, l’adesione a un nuovo modo di “fare architettura”. La torre è posta in facciata e ne diventa l’unico elemento peculiare. La parte terminale è completamente svuotata e lascia spazio a un traliccio in cemento armato che trova nella funzione di sostenere la campana, la ragione della sua forma. Il tema della struttura a traliccio, tornerà dopo pochi anni nell’architettura gardelliana, e in particolare nella Torre per la piazza del Duomo a Milano (1934), progetto non realizzato, ma tra i più importanti del razionalismo italiano.

https://fondoambiente.it/luoghi/l-ospedale-e-la-chiesa-di-ignazio-gardella?ldc

 

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