Firmato il DPCM: l’Italia può ripartire. Il testo definitivo in allegato

ROMA – L’Italia può, finalmente, ripartire. Il Premier Giuseppe Conte ha firmato il DPCM che autorizza le regioni a concedere alle attività attualmente chiuse di riaprire.

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Ma ripercorriamo le ultime 24 ore, se ci riusciamo.

Ore 18 di sabato 16 maggio. Viene diffusa una Bozza di DPCM che sarà presentata dopo qualche ora.

Ore 20. Il Premier convoca i giornalisti, a debita distanza di sicurezza, per una conferenza stampa a reti unificate. Annuncia la ripartenza e poi cade di stile sbottando contro un giornalista che, giustamente, chiedeva spiegazioni sui ritardi del commissario Arcuri.

Passano le ore ma del DPCM firmato non c’è traccia. Le regioni alzano la voce perché non è stato messo nero su bianco quanto a loro promesso.

È l’1:30 del 17 maggio. Inizia un nuovo vertice Stato-Regioni per smorzare la crisi.

Ore 3:30. Finalmente è stato raggiunto l’accordo. Sembrerebbe che il DPCM sia pronto.

Invece no. Passano le ore ma del decreto non c’è traccia e, giustamente, le regioni alzano la voce perché “è una cosa indecente che a poche ore dalla riapertura non ci sia il decreto che autorizzi tali aperture e, soprattutto non si sappia in che modo sarà possibile aprire“.

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Ore 15:30. Viene diffusa una nuova bozza di DPCM.

Ore 18:30. Si annuncia che il DPCM della bozza delle 15:30 sarà quello definitivo.

Ore 19:45. Il Premier, finalmente, firma il decreto tanto atteso e le regioni possono autorizzare le riaperture.

Clicca per leggere il DPCM firmato.

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