Perché il Premier Giuseppe Conte ha proibito ancora le Messe

ROMA – Anche con il DPCM che entrerà in vigore dal 4 maggio le Messe saranno ancora vietate. Una decisione che ha scatenato l’ira della CEI e di quasi tutte le forze politiche in parlamento.

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Ma cosa ha portato il Premier Giuseppe Conte a tenere in vigore questo divieto? Una relazione del Comitato scientifico di cui pubblichiamo il paragrafo sulla celebrazione delle Sante Messe.

«Il Comitato, nell’esprimere grande apprezzamento per il documento della CEI e pur essendo largamente riconosciuta e ampiamente sentita l’esigenza di culto, ritiene che la partecipazione dei fedeli alle funzioni religiose comporta allo stato attuale alcune criticità ineliminabili che includono lo spostamento di un numero rilevante di persone e i contatti ravvicinati durante l’eucarestia. A partire dal 4 maggio 2020 e per le successive tre settimane, non essendo ancora prevedibile l’impatto che avranno le riaperture parziali e il graduale allentamento delle misure in vigore sulle dinamiche epidemiche, reputa prematuro prevedere la partecipazione dei fedeli alle funzioni religiose. A partire dal 25 maggio questo parere potrà essere rivisto nella direzione di una previsione verso la partecipazione dei fedeli alle funzioni rispettando rigorosamente le misure di distanziamento sociale sulla base degli andamenti epidemiologici».

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