Locci: “la nostra storia è la nostra identità”

Pubblichiamo e facciamo nostra questa riflessione di Emanuele Locci, Presidente del Consiglio Comunale di Alessandria, in merito alla ricorrenza odierna.

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“Sarò lunghissimo ma il tema è importante ed io voglio essere sincero. Senza ipocrisie di comodo, come va tanto di moda adesso.

Innanzi tutto buon 25 aprile, oggi è la ricorrenza liturgica della nostra Clementissima Patrona Madonna della Salve e avverrà l’esposizione del venerabile simulacro, come ogni anno. Oggi pregherò per i nostri morti, per i loro parenti che non possono avere il conforto di un funerale o della deposizione di un fiore sulla tomba dei loro cari, per i nostri sacerdoti affinché abbiano la forza di continuare a pregare per la nostra comunità, per i nostri medici ed il personale sanitario che abbiano la forza per affrontare quotidianamente l’emergenza di questi tempi, per tutti gli imprenditori ed i liberi professionisti che soffrono per l’arresto forzato delle loro attività che davano lavoro nella nostra comunità e permettevano il mantenimento delle loro famiglie affinché possano trovare il sostegno necessario per riprendersi, per gli amministratori pubblici ad ogni livello affinché possano fare le scelte più giuste per la nostra comunità, per dare forza e motivazione a tutto il volontariato ed il terzo settore che nei momenti di crisi si distingue sempre per encomiabile dedizione al prossimo.

E – mi si dirà – ma oggi non bisogna celebrare la (cosiddetta) Festa di Liberazione, per tutte queste preghiere ci sono altri giorni. No, cari miei, per una volta sarebbe bello guardare a ciò che unisce e non a ciò che divide. La Madonna della Salve unisce la nostra comunità, il valore ed i gesti della solidarietà uniscono una comunità. Celebrare una guerra civile che rinnova le lacerazioni del passato e non concede la pietà del ricordo anche ai ragazzi caduti tra le fila dei vinti ed alle vittime dei soprusi di una parte dei vincitori vuol dire perpetrare divisioni che oggi, forse, dovrebbero essere superate, senza retoriche parziali ma con la consapevolezza di essere un unico popolo che attraversa la storia fra alterne vicende e contrapposizioni.

Un popolo che ha molte più cose che lo uniscono di quelle che lo dividono però. Un popolo unito da Cesare, Virgilio, Augusto, Gregorio Magno, Francesco d’Assisi, Tommaso D’Aquino, Dante Alighieri, Giotto, Leonardo Da Vinci, Pio V, Caravaggio, Giuseppe Verdi, Giuseppe Garibaldi, Vittorio Emanuele II, l’epopea del Risorgimento, la vittoria di Vittorio Veneto! Tutto questo deve essere celebrato come memoria condivisa e fondante d’Italia! Si può ricordare la guerra civile, certo, la liberazione dall’occupazione tedesca che ha lasciato scie di sangue italiano tanto per bombe alleate che per fucili tedeschi o ancora, più tristemente, per fucili italiani puntati contro altri italiani.

Forse un giorno si potrà arrivare ad una memoria condivisa, lo spero sinceramente. Ma finché questa giornata sarà vissuta come la fondazione di una nuova nazione, con la retorica della divisione e senza il rispetto che si deve ai morti ed alla storia, non sarà possibile pretendere che sia patrimonio condiviso. Ed oggi io pregherò anche per tutti loro: per gli italiani innocenti ammazzati dai tedeschi nelle rappresaglie, per i ragazzi che per il loro ideale di libertà presero le armi contro l’occupante straniero, per i partigiani trucidati da altri partigiani che desideravano un’altra occupazione straniera, per i ragazzi che scelsero di combattere una guerra che sapevano di perdere per l’onore della loro Patria, per i caduti civili sotto le bombe alleate, per chi è stato giustiziato per odio politico prima e dopo la seconda guerra mondiale, per i morti nei campi di concentramento tedeschi e nei campi di prigionia alleati, per gli antifascisti morti per mano dei fascisti e per mano di altri antifascisti, per i fascisti morti in guerra e per quelli morti in tempo di pace, per tutti gli italiani vittime della guerra tra nazioni e della violenza della guerra civile. Prego per tutti loro. Perché io sono italiano e ricordo gli italiani, tutti.

La nostra storia è la nostra identità. Evviva l’Italia unita e una preghiera per tutti gli italiani, di oggi e di ieri.”

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