Report: l’informazione a senso unico

Le inchieste di Report (da tempo soprannominata Telekabul) hanno sempre e solo un bersaglio: il centrodestra.

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Coi soldi dei contribuenti la trasmissione di Rai3 persegue costantemente un disegno politico a scapito dei fatti e dell’obiettività.

Abbiamo già denunciato l’arbitraria ricostruzione dei fatti per quello che riguarda il servizio andato in onda lunedì scorso in merito all’Azienda Ospedaliera di Alessandria (condito dai 40 minuti di intervista al sindaco leghista di Tortona mai andati in onda).

Quel giorno, però, Report ha fatto il pieno.

La trasmissione  della RAI ha infatti dedicato un intero servizio (dal significativo titolo “Dio, patria e famiglia spa”) volto a veicolare il messaggio che dietro il Partito dei Conservatori e Riformisti Europei, del quale fa parte Fratelli d’Italia, ci sarebbe chissà quale rete mondiale di ultra destra, ultra cattolica, ultra tutto.

I fatti, ovviamente, smentiscono l’intera impostazione del servizio.

Questo il commento, documentato di dati, fatti e numeri, del sito dei Conservatori Europei:

“I solerti giornalisti del “servizio pubblico” dimenticano però che l’ECR, in inglese European Conservatives and Reformists Group, è un gruppo parlamentare del Parlamento europeo creato il 22 giugno 2009 da partiti conservatori di destra e di centro-destra che al momento rappresenta le formazioni politiche di 14 paesi europei. Dal luglio 2014 al 2019 è stato il terzo gruppo parlamentare dopo quello del Gruppo del Partito Popolare Europeo e dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici.

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Nessuna SPECTRA dell’ultra destra dunque, ma un rispettabilissimo gruppo parlamentare che si è dimostrato giustamente offeso dal discutibile servizio di Report, basato sul solito teorema predigerito e sul gioco trito e ritrito di provare a dimostrare che qualsiasi formazione sovranista in Italia, come Fratelli d’Italia, sia in realtà, manovrata dal Putin o Trump di turno.

Per questo l’ECR ha risposto con il comunicato durissimo che riportiamo di seguito.

“Il Partito dei Conservatori e Riformisti Europei esprime forti preoccupazioni per il servizio andato in onda nella prima serata di lunedì 20 aprile su Rai 3 nel corso della trasmissione “Report”.
E’ molto preoccupante per il dibattito politico e per la nostra democrazia che una trasmissione del servizio pubblico trasmetta lunghi servizi contenenti ipotesi surreali costruite per denigrare un partito storico e rispettato sulla scena europea, descrivendolo come il “cavallo di Troia di Trump in Europa” e collegandolo a trame oscure e legami con ambienti discutibili, nonché il partito italiano che ad esso aderisce.
I Conservatori e Riformisti europei godono di un consolidato rapporto con i nostri partner negli Stati Uniti (tra cui la prestigiosa Heritage Foundation e Atlas Network) e nel corso degli anni hanno lavorato duramente per costruire legami più forti e una cooperazione internazionale basata su comuni valori politici e culturali”. Così in una nota l’ufficio stampa del Partito dei Conservatori e Riformisti Europei.

“Nel quadro delle nostre comuni attività e al fine di aiutarci a coprire costi organizzativi, la Heritage Foundation ci ha donato 12.000 euro nel 2016 e 5.980 euro nel 2017. Allo stesso modo, nel 2017 Atlas Network ha effettuato una donazione di 4.442,38 euro. Una cifra complessiva quindi persino inferiore a quanto riportato nel servizio. I finanziamenti e le donazioni che riceviamo vengono pubblicati sul nostro sito web e su quello del Parlamento Europeo, secondo le regole previste dal nostro Statuto e secondo le norme e i regolamenti del Parlamento Europeo.

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Siamo quindi sbalorditi nel vedere che Rai 3, con la trasmissione “Report”, abbia mentito in modo ingiustificato sull’entità delle donazioni e sui nostri rapporti con presunti donatori “sospetti”, nel tentativo di diffamare non solo il nostro movimento politico nel suo complesso, ma anche il Partito italiano che aderisce alla nostra famiglia. Fratelli d’Italia è entrato a far parte dei Conservatori e Riformisti europei nel febbraio 2019 (peraltro quindi molto tempo dopo quelle regolari donazioni, immotivatamente stigmatizzate da “Report”) e da allora ha conosciuto una crescita costante, non solo in Italia ma anche nel suo profilo e nella sua credibilità internazionale.”

Il servizio pubblico, pagato dai contribuenti, merita qualcosa di più e di meglio della faziosità di Report.

 

 

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