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Pontestura e la storia dimenticata

Una volta arrivati sulla piazza del paese, lo sguardo cerca qualcosa che non trova. A parte i portici alla piemontese, l’occhiata al centro storico si spegne all’istante. C’è persino da domandarsi se sia il caso di fermarsi o sia preferibile proseguire verso Casale, che, da lì, dista pochi chilometri.

La storia a Pontestura si smentisce, a partire dal castello ormai scomparso. Sorgeva sulla piazza del paese, ad esso dedicata, ma purtroppo fu abbattuto in epoca napoleonica.

Della storia antichissima di Pontestura non c’è traccia, salvo scovarla in qualche polveroso volume in biblioteca. Qualcosa non torna e comunque non tornerà mai più. Ho come l’impressione che gli abitanti di Pontestura l’abbiano scordata, altrimenti avrebbero trovato il modo di celebrarla nell’ambito delle manifestazioni annuali. E dire che si tratta di una storia davvero importante per questo borgo di pianura che, verso la metà del 500, si intreccia con quella principesca dei Gonzaga.

Vi confesso che non conoscevo le vicende storiche che riguardano questo piccolo paese del basso Monferrato, bagnato dal Po, fino a pochi giorni or sono, quando, in occasione della mostra del pittore Giulio Romano a Mantova, sfogliando il catalogo illustrato, una pagina ha stuzzicato il mio interesse.

Si trattava del ritratto di Margherita Paleologo, moglie di Federico II Gonzaga, eseguito appunto dal pittore che progettò, tra l’altro, Palazzo Te.

Leggendo la biografia di Margherita Paleologo ho scoperto che nacque a Pontestura nel 1510, proprio nel castello andato perduto. Una donna dalla vita degna di nota, intrisa di battaglie mozzafiato e di intrighi politici e amorosi, che si adoperò nella valorizzazione del Santuario di Crea trasformandolo in un luogo di riferimento religioso del Monferrato.

A lei si deve la salvezza del Marchesato del Monferrato, proprio nel momento in cui rischiava di scomparire, grazie soprattutto all’alleanza matrimoniale con Federico II Gonzaga, sotto il quale, il Marchesato del Monferrato, si legò al territorio mantovano.

Quest’unione significò, nel lungo periodo, la nascita di un percorso, oggi ancora in parte sconosciuto che unisce cultura, turismo ed enogastronomia sull’asse del Po, definito al tempo di Margherita, come l’Autostrada del Rinascimento.

Le nozze di Margherita Paleologo e Federico II Gonzaga ebbero luogo a Casale Monferrato il 3 ottobre 1531 e mi piace supporre che per il grande avvenimento gli sposi siano partiti da Mantova e  con un traghetto galleggiante sul Po abbiano raggiunto il luogo del matrimonio, come era l’usanza del tempo.

Quel che è certo e documentato è invece l’estremo viaggio di Margherita, dopo la morte avvenuta a Casale Monferrato il 28 dicembre 1566.

Le sue spoglie mortali  partirono in barca, in una cassa di piombo accompagnate per un tratto da un corteo di cavalieri casalesi verso Mantova come l’ultimo trasferimento dei tanti che aveva fatto in vita.

Le acque navigabili del Po infatti erano il mezzo più rapido  per spostarsi e come unica via per lo scambio delle merci. Battelli carichi di vino partivano per Mantova, per ripartire poi con altri prodotti  fino a giungere a Frassineto Po, per essere consegnati nelle diverse località monferrine.

E proprio a Frassineto Po, nel 2010, in occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla nascita di Margherita Paleologo, si tenne una conferenza dedicata alla sua figura e ai suoi meriti primo tra tutti quello che le permise di valorizzare e promuovere il territorio del Monferrato.

Margherita Paleologo infatti, seppur lontana, amministrò con saggezza ed equità senza mai dimenticare le sue origini.  Peccato che Pontestura creda che nulla duri per sempre e l’abbia dimenticata.

Categories: Viaggi
Simonetta Gorsegno:
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